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Borsa: Europa chiude sotto la parità/il Punto

22 marzo 2019 | 19.13
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Chiusura sotto la parità per l’azionario europeo in una seduta condizionata dalle indicazioni macroeconomiche e da quelle arrivate dal mercato obbligazionario. Per quanto riguarda l’economia reale, risultati sotto le stime dagli indici PMI di Zona Euro e Stati Uniti: nel primo caso il dato relativo il manifatturiero si è confermato sotto quota 50 (che separa espansione e recessione dell’attività economica) passando da 49,3 a 47,6 punti mentre per quanto riguarda il comparto servizi è sceso da 52,8 a 52,7 punti. Segno meno anche per i corrispondenti dati a stelle e strisce, rispettivamente a 52,5 e 54,8 punti.

Notizie non positive sono arrivate anche dal mercato dei titoli di Stato. Nonostante le rassicurazioni arrivate dalla Federal Reserve, gli operatori credono che l’inversione a U varata dall’istituto guidato da Jerome Powell (che mercoledì ha fatto sapere che i tassi non saranno toccati nel corso del 2019) sia da ricondurre a prospettive sui prossimi mesi all’insegna della debolezza. Di conseguenza, la curva dei tassi statunitense, e nello specifico il differenziale tra il rendimento del Bond a tre mesi e quello a 10 anni, ha registrato un’inversione (il titolo a tre mesi rende più del 10 anni) per la prima volta dal 2007 (gli investitori scommettono sulla debolezza dell’economia e su tassi più bassi in futuro).

L’avversione al rischio ha spinto il rendimento del decennale tedesco in territorio negativo per la prima volta dal 2016. Lo spread con i titoli italiani segna un rialzo di oltre 3 punti a 248 punti base. Sul valutario, eurodollaro in calo a 1,1289, -0,74% rispetto al dato precedente.

Il listino principale di Piazza Affari, il Ftse Mib, ha terminato in calo dell’1,38% a 21.078,76 punti. Particolarmente penalizzate le banche: UniCredit ha terminato in rosso del 4,53%, Intesa Sanpaolo del 2,64%, Banco BPM del 4,35% e Bper dell’1,38%.

Vendite anche su Pirelli (-1,98%), tornata sotto quota 6 euro all’indomani del ritorno di Intesa Sanpaolo nell'azionariato, e prese di beneficio su STM (-2,22%).

Tra i pochi segni più spicca il +0,97% di Enel, che ha chiuso il 2018 con un utile netto in crescita del 26,7% a 4.789 milioni di euro. Il Cda proporrà al distribuzione di un dividendo di 0,28 euro. Seduta positiva anche per Tenaris (+2,71%), spinta dall’annuncio dell'acquisizione dell''americana Ipsco per 1,2 miliardi di dollari. (in collaborazione con money.it)

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