"Se vi arrabbiate ed urlate - ha scritto l'ostaggio giapponese ucciso sabato dall'Is - è finita. Odiare non è compito degli uomini, giudicare è competenza di Dio. Sono i miei fratelli arabi che me l'hanno insegnato"
"Chiudete gli occhi e siate pazienti. Se vi arrabbiate ed urlate è finita. E' quasi come pregare". Inizia così un messaggio pubblicato su Twitter il 7 settembre del 2010 da Kenji Goto, il reporter giapponese ucciso sabato dall'Is, e ritwittato migliaia di volte da dopo la sua morte.
"Odiare non è compito degli uomini, giudicare è competenza di Dio. Sono i miei fratelli arabi che me l'hanno insegnato", prosegue il tweet, ripubblicato 28mila volte, di cui non si conoscono le ragioni per cui sia stato scritto, né il contesto. Anche i libri di Goto sono diventati dei "best-sellers" e sono andati esauriti sui siti di vendita online.
目を閉じて、じっと我慢。怒ったら、怒鳴ったら、終わり。それは祈りに近い。憎むは人の業にあらず、裁きは神の領域。-そう教えてくれたのはアラブの兄弟たちだった。
— 後藤健二 (@kenjigotoip) 7 Settembre 2010