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Rinnovabili: Cib, per sicurezza rete elettrica fondamentali biogas e biometano

11 aprile 2017 | 19.45
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(Foto Cib)
(Foto Cib)

Il biogas e il biometano sono l’unico settore delle rinnovabili in grado di produrre contemporaneamente due forme di energia: elettricità e gas naturale non fossile (biometano). Continuare a produrle entrambe, trovando una soluzione alla fine degli incentivi dell’elettrico prevista tra il 2023 e il 2027, è fondamentale per garantire ‘programmabilità’ del sistema elettrico nazionale”. Lo ha detto Christian Curlisi, direttore del Cib, Consorzio Italiano Biogas, ospite del dibattito ‘L’industria elettrica verso il 2030” tenutosi alla presentazione del rapporto Irex 2017 sulle rinnovabili realizzato da Althesys.

“La nascita di un parco rinnovabile aggregato biogas/biometano su tutto il territorio nazionale – ha spiegato Curlisi – migliora la sicurezza della rete e la sua capacità di adeguarsi agli andamenti altalenanti dei consumi. Il nuovo decreto sul biometano, che auspichiamo verrà approvato a breve, consentirebbe inoltre di destinare la quantità eccedente di elettricità prodotta dalle rinnovabili non programmabili, nei periodi di calo della domanda, alla produzione di biometano attraverso tecnologie di trasformazione power to gas".

Inoltre, ad avviso di Curlisi, "grazie a questi impianti si potranno avere stazioni diffuse di erogazione di biometano compresso e liquefatto Gnl e di elettricità per auto. Il biometano, dunque, è fondamentale per centrare i target della mobilità sostenibile, del greening della rete nazionale del gas o nella cogenerazione ad alto rendimento. Per utilizzare appieno i benefici del biometano, però, non possiamo disperdere un patrimonio di 1000 Mw di potenza installata, cioè l’attuale capacità degli oltre 1400 impianti a biogas presenti oggi in Italia”.

“La biogas refinery, grazie al Biofasfattobene®, consentirebbe così di ridurre i costi infrastrutturali nella transizione alle fonti elettriche intermittenti e al contempo di creare sistemi sempre più sostenibili e carbon negative. Per fare ciò -concluded Curlisi- è necessario rendere omogeneo lo sviluppo del biogas sul territorio nazionale, finora concentrato prevalentemente al Nord. Il Sud ha grosse potenzialità di sviluppo ancora inespresse”.

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