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Ciccozzi: "Xj è ricombinazione non variante, non preoccupa ma vigilare"

09 aprile 2022 | 12.38
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L'epidemiologo: "In Italia pochi sequenziamenti rispetto ad altri Paesi"

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa

"E' una 'ricombinazione' non una variante del virus Sars-Cov-2" quella isolata ieri a Reggio Calabria e chiamata Xj. "La variante, infatti, si distingue da un'altra per una o più mutazioni. La forma ricombinate, invece, è un'ibrido' di due varianti o due sottovarianti - in questo caso Omicron 1 e 2 - nella stessa persona". Lo precisa all'Adnkronos Salute Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma che invita a non allarmarsi per questa nuova 'veste' del virus pandemico, individuata per la prima volta in Italia dal laboratorio dell'Asp del capoluogo calabrese e di cui erano stati già scoperti pochi casi in Finlandia.

"Si tratta dunque di una 'normale' forma ricombinante di due varianti di cui conserva, sostanzialmente, le caratteristiche - continua Ciccozzi - e 'ricombina' in un punto che non è la proteina Spike. Dovrebbe avere la stessa contagiosità delle Omicron, dunque, che è notevole. Potrebbe, al limite, presentare un sintomo in più rispetto a quello che abbiamo visto fino ad oggi".

Non cambia molto, insomma, ma è importante però, continua Ciccozzi, "avere il quadro di quello che sta succedendo attraverso la sorveglianza genomica, come bene fanno gli inglesi. Noi siamo molto indietro su questo, non facciamo il numero di sequenziamenti che fanno gli altri Paesi. Ma è utilissimo farle perché dal punto di vista evolutivo ci permette di costatare, ad esempio che la variante Omicron e tutte le sue sottovarianti si stanno mischiando tra di loro per adattarsi sempre di più e portarci verso l'endemizzazione".

I dati sull'andamento della pandemia di questa settimana "sono confortanti, c'è una leggera diminuzione dei casi ma anche dell'incidenza. Non siamo però alla conclusione di questa fase, prima dobbiamo vedere cosa succederà a Pasqua, quando le persone si incontrano di più, e capire l'effetto sulla fase finale di questa ultima ondata. Potremmo avere un nuovo aumento dei casi, anche se non mi aspetto sia di molto", continua l'epidemiologo.

"Stiamo andando abbastanza bene - spiega ancora commentando i numeri del monitoraggio settimanale Iss - ma dobbiamo mantenere la nostra cautela. E questo significa, in primo luogo, non togliere le mascherine al chiuso, visto che siamo di fronte a oltre 60mila casi di contagio al giorno. Non si possono dare date certe, come sappiamo, sull'andamento della curva, dobbiamo valutare come si comporta il virus".

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