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Ciclismo in lutto per la morte di Martini, maestro di vita e storico ct azzurro

26 agosto 2014 | 09.06
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Si è spento a 93 anni nella sua abitazione a Sesto Fiorentino. Come commissario tecnico portò sei medaglie d'oro dei professionisti con Moser, Saronni, Argentin, Fondriest e due volte con Bugno. Nibali: "Un grande uomo, le sue parole ci mancheranno". Malagò: "Grazie Alfredo!". Renzi: "Ha onorato l'Italia mostrando i veri valori dello sport"

(INFOPHOTO)
(INFOPHOTO)

Il mondo del ciclismo è in lutto per la morte di Alfredo Martini. Lo storico ct della nazionale italiana si è spento lunedì sera nella sua abitazione a Sesto Fiorentino in modo "naturale e senza grande sofferenza". Lo ha riferito Renato Di Rocco, presidente della Federciclismo.

La salma sarà esposta dalle 15 di martedì nella sala consiliare del Comune di Sesto, la città in cui nacque 93 anni fa. "Martini - ha ricordato su Twitter il sindaco Sara Biagiotti - è stato partigiano, ciclista, ct nazionale, assessore e consigliere a Sesto. Ci mancherà la sua forza e umanità". La camera ardente sarà aperta fino alle 19 e riaprirà mercoledì mattina alle 10. I funerali si svolgeranno mercoledì alle 16 nella Pieve di San Martino.

Martini è nato a Firenze il 18 febbraio 1921. Fu il ct per antonomasia della Nazionale azzurra di ciclismo e dello sport italiano in genere: ruolo di commissario tecnico cui approdò nel 1975 e che onorò sino al 1997 per poi interpretare quelli di supervisore delle rappresentative azzurre e di presidente onorario della Fci.

Già protagonista nelle categorie minori; già professionista dal 1941 al 1957 con successi al Giro dell'Appennino, al Giro del Piemonte, in tappe del Giro d'Italia e del Giro di Svizzera. Fu compagno di squadra e confidente di Fausto Coppi. Poi, una volta chiusa la carriera da ciclista, divenne direttore sportivo di squadre di lignaggio vincendo il Giro d'Italia 1971 con lo svedese Goesta Pettersson.

Martini portò da ct sei medaglie d'oro dei professionisti con Francesco Moser nel 1977 a San Cristobal, Giuseppe Saronni nel 1982 a Goodwood, Moreno Argentin nel 1986 a Colorado Springs, Maurizio Fondriest nel 1988 a Renaix e Gianni Bugno nel 1991 a Stoccarda e nel 1992 a Benidorm. A questi titoli vanno aggiunte sette medaglie d'argento e sette di bronzo. Martini rappresentò la coscienza del ciclismo: l'uomo capace di impartire lezioni di vita prima ancora che di sport. In giornata saranno noti luogo e giorno delle esequie.

Per Vincenzo Nibali, campione in carica del Tour de France, "non poteva raggiungermi una notizia più triste di questa. Addio Alfredo Martini, grande Uomo, le tue parole ci mancheranno" scrive su Twitter.

Dal premier Matteo Renzi, "un pensiero commosso per Alfredo Martini. Ha onorato l'Italia, come ct del ciclismo. Ma soprattutto ha mostrato i veri valori dello sport". Anche il presidente del Consiglio ricorda su Twitter lo storico ct.

"Con Martini se ne va l'ultimo dei grandi testimoni di un'epopea che ha reso il ciclismo uno degli sport più popolari in Italia". Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, esprime così il proprio cordoglio per la scomparsa dello storico ct della nazionale di ciclismo.

"Martini è stato il più grande commissario tecnico nella storia del ciclismo vincendo sei campionati del mondo e diventando negli anni un punto di riferimento irrinunciabile per l'intero mondo dello sport al quale ha dedicato l'intera vita prima da atleta, poi da tecnico e infine da dirigente - dice il n.1 dello sport italiano - senza di lui il ciclismo da oggi è sicuramente più povero. Un'ultima sola parola: Grazie Alfredo!".

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