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Cida, sì a ricambio generazionale nella Pa, no a tetto stipendi manager

29 aprile 2014 | 17.25
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Cida, sì a ricambio generazionale nella Pa, no a tetto stipendi manager

Roma, 29 apr. (Labitalia) - "Al ministro Madia voglio dire che l'Italia ha bisogno di un vero ricambio generazionale nella dirigenza pubblica e di una riforma seria della previdenza: la possibilità di mandare in pensione i dirigento più anziani ci piace, purché si punti sulla formazione per i più giovani che subentrano. E voglio anche dire che non siamo d'accordo sul porre un tetto agli stipendi dei manager pubblici, una cosa che ci sembra in contraddizione con quanto più volte affermato, di voler premiare il merito, i risultati, anche attraverso una quota di salario variabile". Così Silvestre Bertolini, presidente della Cida, parla con Labitalia del decreto sul riordino della pubblica amministrazione.

Bertolini premette che parla "di ipotesi, perché -dice- la Cida, al pari di altre organizzazioni di rappresentanza, non è stata minimamente coinvolta dal governo nel disegno della nuova pubblica amministrazione". "Eppure -aggiunge Bertolini- noi siamo una confederazione sindacale che rappresenta dirigenti, quadri e professionisti ad elevata qualificazione dei settori pubblico e privato. E il cui obiettivo e la cui strategia sono quelli di dare un supporto ai governi nei processi di cambiamento".

Ma se su alcuni punti del piano, come la mobilità dei dirigenti o la staffetta generazionale, la Cida si trova d'accordo col governo, quello che non piace assolutamente è il mettere un tetto allo stipendio dei manager pubblici. "La mobilità dei dirigenti -spiega Bertolini- va benissimo, stimola al cambiamento e favorisce l'aggiornamento delle competenze ed è già largamente praticata nel privato".

"Non siamo invece d'accordo -sostiene il presidente della Cida- sul tetto allo stipendio: è una contraddizione mettere un limite alla retribuzione e poi puntare agli incentivi per chi merita, legando la parte variabile del salario ai risultati". Premesso che "ci sono eccessi di retribuzioni o liquidazioni, soprattutto nelle partecipate pubbliche che devono essere abbattuti", Bertolini aggiunge che "dobbiamo premiare il merito, altrimenti i dirigenti della P.a. più bravi 'migreranno' verso altri lidi".

Il risultato del lavoro del dirigente pubblico, conclude Bertolini, "è soprattutto la soddisfazione del cittadino, dato che si può misurare con rilevazione serie sulla customer satisfaction". Insomma, occorre "rivedere gli eccessi, ma senza penalizzare chi lavora e merita".

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