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Cina, Sisci: "Con Usa rapporti a picco, politica estera inizia a cambiare direzione"

08 maggio 2023 | 15.24
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A Pechino primo faccia a faccia tra l'ambasciatore americano il ministro degli Esteri cinese che arriva in Europa. Il sinologo: "I rapporti tra la Cina e l'Unione Europea si sono sfilacciati riannodarli non è facilissimo, ma credo la Cina cerchi di lavorarci".

(Afp)
(Afp)

"Sono in caduta verticale" le relazioni tra Cina e Stati Uniti e "bisogna cercare di frenare, di trovare" quella che il ministro degli Esteri cinese Qin Gang e l'ambasciatore Usa a Pechino, Nicholas Burns, chiamano 'stabilizzazione'. E' la lettura che il sinologo Francesco Sisci dà all'Adnkronos dopo la notizia del primo faccia a faccia tra Qin e Burns da quando lo scorso dicembre l'ex ambasciatore cinese negli Usa è stato promosso all'incarico di ministro degli Esteri del gigante asiatico e anche dalla visita saltata di Antony Blinken nella Repubblica Popolare dopo il caso palloni spia.

"La cosa interessante è che in effetti l'ambasciatore americano in Cina è stato evidentemente finora abbastanza isolato", commenta Sisci, sottolineando come "in teoria per l'ambasciatore in Cina incontrare il ministro degli Esteri cinese dovrebbe essere quasi normale". Vuol dire, evidenzia, che "effettivamente finora avevamo un vero gelo". Quindi, l'incontro con Qin "è un passo positivo", ma è anche vero che se si parla della necessità di "stabilizzare le relazioni" significa che "sono in caduta verticale e quindi bisogna frenare".

Il punto, osserva il sinologo, "è rimettere in agenda la visita di Blinken", ma "non è facile" perché deve portare a "un risultato che possa soddisfare tutte e due le parti" e "non è semplicissimo". Sisci sottolinea però i "passi" delle ultime ore, "i segnali di un movimento diverso nella politica cinese". Il pensiero va al colloquio telefonico del 26 aprile tra il leader cinese Xi Jinping e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che si attendeva dalla visita di marzo di Xi al Cremlino da Vladimir Putin, mentre va avanti da più di un anno il conflitto in Ucraina a causa dell'invasione russa. Poi, il voto sulla risoluzione sulla guerra all'Assemblea Generale Onu e adesso l'incontro con Burns.

Secondo Sisci, "sono segnali di un inizio di un cambio di direzione della politica estera" della Cina. Una "direzione che sembra più in linea con l'Occidente", ma è solo "l'inizio". "Non è che la Cina si sia riallineata", conclude. Compie piccoli passi che "abbreviano la distanza".

In un contesto di tensione generale. In un momento in cui la Cina "sembra rendersi conto che la partita russa in Ucraina sta fallendo". E "questo impone riconsiderazioni profonde".

Intanto inizia la visita che fino al 12 maggio vedrà impegnato Qin Gang in Germania, Francia e Norvegia. E il gigante asiatico "esorta l'Ue a non prendere" la "strada sbagliata", minacciando in caso contrario "azioni risolute per salvaguardare" i propri "diritti e interessi legittimi e leciti" dopo l'articolo del Financial Times secondo cui per la prima volta dall'invasione russa dell'Ucraina, dal 24 febbraio dello scorso anno, Bruxelles ha proposto sanzioni contro aziende cinesi per il sostegno alla macchina da guerra russa.

I rapporti tra Pechino e Unione Europea "si sono sfilacciati" nel corso dei mesi, "riannodarli e recuperarli non è facilissimo, ma credo la Cina cerchi di lavorarci", dice Sisci. "Credo che uno dei motivi principali per cui si sono sfilacciati i rapporti con l'Ue - osserva - sia che gli europei in generale si sono sentiti lontani dalla posizione cinese. I cinesi non hanno percepito la gravità della situazione ucraina per l'Europa e fino a poco tempo fa erano piuttosto freddi, come se l'Europa non si dovesse preoccupare dell'Ucraina e questo naturalmente ha ferito non solo i Paesi dell'Europa orientale, che si sentono in prima linea, ma anche un partner fondamentale come la Germania che pur tra mille pulsioni è molto coinvolto nella questione ucraina".

E la Cina, "fino a poco tempo fa, era stata un po' sorda a questi sentimenti", atteggiamento che "ha contribuito a sfilacciare i rapporti bilaterali". E se "riannodarli e recuperarli non è facilissimo", Sisci ritiene che il gigante asiatico "cerchi di lavorarci". E' di fine aprile il colloquio telefonico tra il leader cinese Xi Jinping e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sollecitato dall'Occidente dopo la visita di marzo di Xi al Cremlino da Vladimir Putin. "Mi sembra - conclude - che dopo un periodo di distanza dalle questioni globali la Cina stia cercando di rimettersi in sintonia con le questioni internazionali".

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