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Cinema, 50 anni 'Il Padrino', sindaco Corleone: "Lavoriamo per far arrivare qui Al Pacino"

14 marzo 2022 | 18.15
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Cinema, 50 anni 'Il Padrino', sindaco Corleone:

Al Pacino potrebbe presto arrivare a Corleone. Almeno questo è l'auspicio di Nicolò Nicolosi, sindaco della cittadina del Palermitano. "Stiamo lavorando per averlo nostro ospite nei prossimi mesi, già 20 anni fa era venuto qui per cercare i suoi lontani parenti", dice all'Adnkronos il primo cittadino. A 50 anni dall'uscita nelle sale cinematografiche de 'Il padrino', il pluripremiato capolavoro di Francis Ford Coppola, tratto dal libro omonimo di Mario Puzo, la cittadina il cui nome per anni è stato legato ai sanguinari boss di Cosa nostra lavora a un progetto ambizioso. "Da aprile a settembre organizzeremo una serie di eventi per ricordare anniversari eccellenti: l'arresto di Bernardo Provenzano, i 30 anni delle stragi di Capaci e via d'Amelio, i 40 dell'omicidio del generale dalla Chiesa". E l'anniversario della pellicola della Paramount. 

Un cartellone ancora in fase di elaborazione ma che ha già un nome: 'Legalità, coesione sociale, cultura'. Si partirà ad aprile. L'11 aprile del 2006, infatti, in una masseria di Montagna dei cavalli fu arrestato Bernardo Provenzano. "Quell'evento segnò uno spartiacque - spiega il sindaco che guida l'amministrazione comunale dal novembre del 2018 e che già in passato dal 2002 al 2007 fu primo cittadino di Corleone -. Fino a quel momento i miei concittadini ritenevano lo Stato debole, perdente di fronte a Cosa nostra. Dopo quell'arresto a Corleone prese corpo la voglia di libertà". Tra agosto e settembre, invece, in occasione dell'anniversario dell'arrivo nelle sale italiane della pellicola di Coppola, che sul grande schermo del cineteatro Golden fu proiettato nel settembre del 1972, il grosso centro alle porte di Palermo renderà omaggio ad Al Pacino, nel film Michael Corleone figlio di don Vito. "Lavoriamo perché possa essere qui", dice adesso il sindaco.

Oggi Corleone, però, è distante da quell'immagine di 'paese di mafia', veicolata per anni sui media. "Don Vito era l'immagine di una mafia gattopardiana, un padrino di altri tempi che poteva contare su una sorta di legittimazione all'interno della società, un riconoscimento non formale ma di fatto - spiega il sindaco -. A Corleone abbiamo conosciuto il passaggio da questa mafia a quella stragista. Oggi, però, di queste vicende parliamo in termini storici, qui la mafia che abbiamo conosciuto per fortuna non c'è più, non domina la vita del nostro Paese, non è più il nostro 'marchio'". Per Nicolosi, tuttavia, occorre che "la notorietà negativa che ha segnato la nostra storia sia giocata in positivo, mostrando le cose belle, e sono tantissime, di Corleone. Il cartellone di eventi che stiamo organizzando va proprio in questa direzione: dimostrare l'attrattività della nuova Corleone, il percorso verso il riscatto e la rinascita. Vogliamo dare l'immagine di una città in movimento verso il bene".  

Un cambiamento che per il primo cittadino è sempre più evidente negli under 50. "Dopo l'arresto di Provenzano è maturata una coscienza nuova, una grande voglia di riscatto, un vero e proprio risveglio della comunità". A Corleone vive ancora Ninetta Bagarella, moglie del capo dei capi Totò Riina. "Abita in una strada che abbiamo intitolato a Cesare Terranova, anche questo è un segno - conclude Nicolosi -. Oggi nei suoi confronti non c'è più alcuna riverenza". (di Rossana Lo Castro)

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