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Cinquanta bimbi all'anno soffocati dal cibo

17 marzo 2014 | 20.38
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Cinquanta bimbi all'anno soffocati dal cibo

Roma, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Ogni anno in Italia cinquanta bambini perdono la vita per soffocamento da cibo, che provoca il 27% di tutti i decessi accidentali. In alcuni casi si hanno esiti neurologici gravissimi, per l'ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo. E spesso il pericolo si nasconde in casa: gli incidenti domestici costituiscono oltre il 50% degli incidenti in età pediatrica. Sono i dati dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, secondo cui i rischi per la vita dei piccoli sono legati alle fasce d'età. Se da sei a dodici mesi i pericoli maggiori sono le cadute, le ingestioni e inalazioni di corpi estranei, da uno a tre anni si concentra il rischio maggiore di incidenti, anche per la maggiore autonomia del bambino: intossicazioni, traumi, ustioni, e appunto ingestioni e inalazioni di corpi estranei.

Tragedie che potrebbero essere evitate se si conoscessero meglio le manovre per aiutare i piccoli in difficoltà. Gesti 'salvavita' che dovrebbero essere insegnati a scuola, come ha sottolineato Antonino Reale, responsabile del Pronto soccorso dell'ospedale Bambino Gesù di Roma. Per l'esperto "basterebbe inserire quattro ore di Pronto Soccorso l'anno nella formazione scolastica. Si comincerebbe a far crescere una cultura dell'intervento d'emergenza che in altri Paesi è già presente", ricorda l'esperto.

Gli incidenti più frequenti quanto al soffocamento si verificano tra uno e tre anni e il cibo che viene inalato più spesso sono le arachidi. I piccoli che cominciano a camminare sono attratti dal sapore salato, ma la consistenza scivolosa è un pericolo. Così come sono un problema i cibi più duri, pezzi di mela ad esempio, o gommosi come mozzarella, prosciutto e wurstel, spiegano gli esperti. Una maggiore conoscenza delle 'manovre di disostruzione respiratoria' potrebbe salvare molte vite. Questi gesti - insegnati in genere in corsi ad hoc da pediatri e medici - servono ad aiutare i bambini (o gli adulti) a espellere l'oggetto che, invece di passare per l'esofago e lo stomaco, finisce nella trachea o nella laringe, impedendo il passaggio dell'aria.

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