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Cippo frontiera come bidone rifiuti, Urzì: "Escalation di provocazioni

12 novembre 2019 | 15.38
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Il capogruppo di 'Alto Adige nel cuore' all'Adnkronos: "Presentata denuncia ai carabinieri"

Cippo frontiera come bidone rifiuti, Urzì:

"Ho appena presentato una denuncia ai carabinieri su quanto accaduto ieri al valico frontiera del Brennero dove un cippo che demarca l'inizio dell'Italia, che ha un grande valore storico e simbolico, è stato impacchettato dal movimento secessionista 'Suedtilorer Freiheit' con la scritta 'Rifiuti speciali'. Per di più in un giorno, l'11 novembre, che ricorda l'anniversario dell'arrivo delle truppe italiane dopo la prima guerra mondiale". Così Alessandro Urzì, capogruppo di 'Alto Adige nel cuore', ricostruisce all'Adnkronos quanto accaduto e la sua iniziativa contro quella che definisce "un'escalation di provocazioni".

"L'episodio in sé non sarebbe meritevole di tanta attenzione se non si inserisse nel quadro di una serie di iniziative provocatorie che si stanno inserendo con un'escalation molto preoccupante. L'ultima la più pesante che ha suscitato la maggiore ondata di polemiche - ricorda - è quella messa in atto con una serie di manifesti affissi in tutta la provincia con l'immagine di un cadavere all'obitorio con scritto su un cartellino lo slogan 'frutto dell'incompetenza dei medici italiani'; cioè questo accade se i medici non parlano tedesco ma italiano. Avevo già denunciato questo episodio, su cui si è mosso l'ordine dei medici, e che è anche in odore di razzismo perché discrimina i medici in base all'appartenenza linguistica dicendo che sono incompetenti e pericolosi in quanto italiani".

"Ci sono iniziative che hanno valore politico e si combattono in quanto tali - spiega Urzì, riferendosi a proposte come quella di abolire in Alto Adige la festa della Repubblica sostituendola con quella del Santo Patrono -. Altre, come questa che sostanzialmente definisce l'Italia un rifiuto speciale, ma che è anche invasiva perché tocca infrastrutture di servizio pubblico, per la quale abbiamo chiesto all'autorità giudiziaria di verificare se possa costituire un reato, cosa ì come i manifesti con il morto ucciso dai medici italiani, su cui la procura - conclude - ha già aperto un fascicolo".

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