
L'appello del sindacato al governo.
Dopo sette anni di crisi c’è bisogno di risposte certe ed immediate, perché la gravità della situazione economica e della disoccupazione e il pericolo di una stagnazione di lunga durata rischiano di lacerare la coesione sociale, e di scatenare conflitti sociali crescenti, instabilità politica, crisi della stessa democrazia. E' l'allarme che risuona nel documento del comitato esecutivo della Cisl, che si è riunito ieri e che ha approvato la relazione del segretario generale della confederazione, Anna Maria Furlan.
L'esecutivo della Cisl prende atto che "negli ultimi mesi lo scenario europeo ha avuto un'evoluzione positiva" e "la nuova Commissione dell’Unione europea sembra spostare il baricentro dalla rigidità delle regole alla priorità di un Piano di investimenti Europeo". A questo si aggiunge la manovra di Quantitative Easing, varata dalla Bce, "accentua la politica monetaria espansiva non convenzionale, creando le premesse per una maggiore stabilità del costo della provvista del debito pubblico e del quadro di finanza pubblica dei Paesi dell’Eurozona".
Ma, avverte la Cisl, la condizione per assicurare una crescita duratura , che potrà trarre vantaggio anche dalla riduzione del prezzo del greggio, deve restare però legata al completamento delle riforme strutturali e all’attuazione di politiche fiscali più espansive, per favorire la crescita dell’occupazione e sostenere la domanda aggregata per consumi ed investimenti.