La 'carica' dei tremila cani e più da tartufo dal fiuto impareggiabile che riescono a scovare a tempo di record il pregiato e prelibato prodotto della terra che in questi giorni a Città di Castello celebra la 38esima edizione della mostra-rassegna spalmata su sei giorni fino a mercoledi 1 Novembre. Bracchi, bracchi-pointer, lagotti, meticci, in questo lembo di terra di confine fra Umbria, Marche, Toscana ed Emilia Romagna, nascono, crescono e diventano autentici campioni della ricerca, indispensabili compagni di viaggio (assieme al vanghino utilizzato per scavare) per i circa duemila 'cavatori', i tartufai, in possesso del regolare tesserino rilasciato dalla Comunità Montana dopo lezioni, corsi ed esame finale e relativo versamento della quota annuale che supera i cento euro.
Città di Castello è di fatto, non solo in questi giorni della mostra, la capitale della 'trifola' e dei cani da tartufo che arrivano a sfiorare e superare cifre da capogiro talvolta ben al di sopra di ottomila euro tanto è la loro bravura fra boschi e colline a scovare le “pepite d’oro”, il pregiato tartufo bianco che alla borsa attuale dei prezzi al dettaglio, vista la scarsità e le piccole pezzature (qualità eccelsa) schizza su quotazioni stellari, anche oltre tremila euro per un chilo di “bianco”. Oggi i cani, circa cento esemplari, con i loro proprietari provenienti da tutto il Centro-Italia, si sono dati appuntamento a Città di Castello, al parco dell’Ansa del Tevere dedicato al padre dell’ambientalismo europeo, Alexander Langer, di fronte alle mura urbiche ed uno scorcio mozzafiato della città con campanile cilindrico, cattedrale e palazzo comunale in bella mostra, per una delle tante tappe del circuito nazionale della ricerca del tartufo.
I cani per conquistare il podio finale, devono, nel minor tempo possibile scovare sei tartufi, trifola di ottima qualità, disseminati a debita distanza l’uno dall’altro in un’area di terreno delimitata. Alla prova del cronometro, spesso i cani della zona dell’altotevere fanno registare tempi a dir poco da record: anche sotto i quaranta secondi complessivi. Un prodigio della natura.