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Città metropolitane: 'no tassa viaggi', Comuni sedi porti e aeroporti in rivolta

14 aprile 2015 | 17.08
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Alla vigilia del nuovo incontro tra sindaci metropolitani, timore che passi la proposta di ridurre il peso dei tagli alle grandi città col nuovo tributo già previsto da un dlgs sul federalismo fiscale. Il presidente dell'Associazione Comuni aeroportuali: "Serve un tavolo di concertazione che coinvolga tutti". Da Fiumicino a Civitavecchia: "Proventi restino qui"

Città metropolitane: 'no tassa viaggi', Comuni sedi porti e aeroporti in rivolta

"No" all'ipotesi, caldeggiata dai sindaci delle città metropolitane, di ridurre l'impatto del taglio da circa un miliardo di euro che pesa soprattutto su Roma, Firenze e Napoli, introducendo una tassa di transito nei porti e negli aeroporti direttamente a favore delle metropoli. A scagliarsi contro quella che al momento è solo un'idea, alla vigilia del nuovo incontro dei sindaci metropolitani per mettere a punto una proposta al governo, sono i primi cittadini di Comuni sede degli scali aeroportuali e portuali che proprio non ci stanno a sobbarcarsi tutti gli oneri e a veder poi scivolare nelle casse della città metropolitana i proventi di un'eventuale nuovo balzello, previsto in un decreto legislativo sul federalismo fiscale ma finora rimasto inattuato.

Il sindaco di Ferno, dove si trova lo scalo di Malpensa, e presidente dell'Associazione nazionale dei Comuni aeroportuali italiani (Ancai) Mauro Cerutti chiede un "tavolo di concertazione con governo e Anci" per discutere della proposta ma anche della questione della tassa di imbarco mai pienamente riconosciuta ai Comuni sedi di aeroporti.

"Parlare di una tassa di imbarco a favore delle città metropolitane è una forma di finanziamento non corretta: la tassa di imbarco è quella che la legge stabilisce e che dovrebbe essere data e riconosciuta ai Comuni davvero coinvolti nei servizi aeroportuali - spiega Cerutti - Dal 2004 a oggi non sono stati versati ai Comuni che ne hanno diritto per legge quasi 100 mln di euro legati alla tassa di imbarco".

Come spiega Cerutti, la tassa va in parte all'Inps in parte al Viminale che versa poi ai Comuni interessati i proventi. "Lo scorso anno - afferma Cerutti - sono stati riconosciuti 4 mln su 12-13 mln di gettito che dovevano essere versati. Siamo pronti ad agire per vie legali contro il Ministero dell'Economia e contro il Viminale affinché ci venga riconosciuto il giusto e per ottenere anche gli arretrati".

L'ipotesi del nuovo balzello a favore delle metropoli non va proprio giù al primo cittadino di Fiumicino Esterino Montino. Se passa questa idea, avverte, "noi Comuni sede degli scali siamo pronti ad andare alla Corte europea". "Rifiuto l'idea che venga messa un'ulteriore tassa per finanziare le città metropolitane, mentre tutti i drammi, i problemi e i costi insistono nei Comuni sedi di aeroporti - spiega - l'inquinamento ambientale, acustico, i costi della vigilanza con i vigili urbani, i costi derivanti dal traffico intorno all'area".

Ad alzare barricate contro l'idea del nuovo balzello anche città sede dei porti. Il sindaco di Civitavecchia Antonio Cozzolino 'boccia' l'idea: "Come impostazione sarei contrario a un'ulteriore tassa perché il timore è che vada a inficiare la competitività, ma se questa cosa proprio devono farla è il minimo che i proventi vadano al Comune sede del porto e non all'area metropolitana. Bisogna trovare un compromesso e un punto di incontro se no si fa la guerra tra Comuni".

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