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25 aprile, cittadinanza a Mussolini va tolta? Cosa dicono i sindaci

24 aprile 2021 | 15.46
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Alcuni amministratori hanno revocato l'onorificenza

Codogno  - (Fotogramma)
Codogno - (Fotogramma)

La cittadinanza a Benito Mussolini va revocata? In occasione della Festa della Liberazione del 25 aprile, alcuni sindaci italiani, tra cui gli amministratori di Asti, San Cesario sul Panaro in provincia di Modena, Campi Bisenzio a Firenze, hanno deciso di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Una scelta non approvata dal Consiglio comunale di Salò (Brescia) che lo scorso anno bocciò a maggioranza l'iniziativa. Mussolini continua dunque ad essere cittadino onorario del Comune che diede il nome alla Rsi.

"Su questa cosa è stato detto di tutto e di più. C'è l'atto di delibera, non solo la mia maggioranza era contraria, ma anche la minoranza - dice all'Adnkronos il sindaco di Salò Giampiero Cipani-. Se vogliono revocare la cittadinanza a Mussolini, che lo faccia il Governo. Non è stata soltanto la mia città a dargli l'onorificenza, ma ce ne sono almeno altre 100. E non fu concessa all'epoca certamente dai consigli comunali. Per me l'argomento è chiuso, è un discorso strumentale e oggi abbiamo problemi più urgenti noi amministratori locali. Detto ciò io rispetto le idee di tutti, si tratta di una scelta motivata a suo tempo".

Alla domanda rispondono i sindaci di alcune città che hanno attribuito l'onorificenza. "Codogno diede l'onorficenza a Mussolini nel 1924, fu una iniziativa nazionale dell'Anci del tempo. E' un atto storico, come quando Napoleone ha dormito a Codogno e poi andò a Lodi a far guerra. Non è che poi è venuto giù il palazzo dove dormì. Abbiamo anche alcune strutture che ricordano il periodo fascista, come Villa Biancardi che è ancora lì. E per fortuna. Non si può pensare di cancellare e demolire tutto perché costruito da una parte della storia 'particolare',o dice all'Adnkronos Francesco Passerini, sindaco di Codogno, la città simbolo della pandemia covid, commentando l'onoreficenza mai revocata a Benito Mussolini, cittadino onorario del comune in provincia di Lodi.

"Personalmente sono fortemente post ideologico, sarebbe sbagliato contestualizzare o attualizzare situazioni che nulla hanno a che fare con la vita recente - spiega - La storia va conosciuta, va studiata, perché solo imparandola si possono evitare errori già commessi: cancellarla non aiuta sicuramente a scongiurare sbagli fatti in passato".

"La cittadinanza onoraria di Mussolini fa parte di una storia passata che in qualche maniera appartiene alla città, allo stesso tempo abbiamo conferito la stessa onorificenza a Liliana Segre e a Sami Modiano come segno di sensibilità, esprimendo la presa di distanza da quelle pagine le comunità sente di dover esprimere", dice Damiano Coletta, sindaco di Latina.

"Nella mia esperienza amministrativa ho cambiato un nome di un parco, quello intitolato ad Arnaldo Mussolini, diventato Falcone-Borsellino, perché non mi sembrava rappresentativo della storia della città - aggiunge - al di là del fatto che le intitolazioni a coloro che hanno fatto parte del periodo del fascismo siano contro la legge. In quel caso ho fatto una scelta in virtù di una situazione che era incoerente con il contesto. La cittadinanza a Mussolini l'ho lasciata per non cancellare la storia, poi ognuno prende le distanze che deve".

"La cittadinanza onoraria a Mussolini c'è e non si cambia, così come è un conto in sospeso il conferimento della stessa onorificenza a Liliana Segre e a tutte le vittime italiane dell'Olocausto ancora in vita, non riuscito con la vecchia regolamentazione ma che presto dovremmo poter portare in consiglio, avendo modificato alcune basi regolamentari", dice Carlo Calizza, sindaco di Marino (Roma).

"Non abbiamo raggiunto la maggioranza in consiglio comunale per revocare la cittadinanza a Benito Mussolini: va specificato, perché altrimenti sembriamo appartenenti alla Repubblica di Salò, congelati nella macchina del tempo", chiosa Calizza.

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