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Civiltà Cattolica: "Un errore combattere il terrorismo con le campagne politiche contro migranti e musulmani"

15 gennaio 2015 | 19.05
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Per il periodico dei Gesuiti, "gli islamici sono le prime vittime collaterali dell'estremismo fondamentalista. Ricorrere a uno Stato poliziesco farebbe il gioco dei terroristi"

Padre Antonio Spadaro, direttore di 'Civiltà Cattolica'
Padre Antonio Spadaro, direttore di 'Civiltà Cattolica'

No alla propaganda contro migranti e musulmani. In un editoriale dedicato ai fatti di Parigi e al tema del terrorismo di matrice fondamentalista - in edicola sabato prossimo e anticipato sul sito - 'Civiltà Cattolica' condanna "coloro che si servono di questi eventi per promuovere campagne politiche contro l’immigrazione" che "non soltanto manifestano una mancanza di rispetto per il lutto delle famiglie, ma anche sbagliano completamente la loro analisi".

Infatti, "questi attentati non sono legati in alcun modo alla pratica normale dell’Islam: tutti i gruppi musulmani hanno chiaramente e fortemente denunciato questi estremismi, compresi quelli dei Paesi musulmani. Del resto - osserva il periodico dei Gesuiti - essi ne sono le prime vittime collaterali".

Al contrario, come sottolineato più volte anche da Papa Francesco, è vitale "la collaborazione fra tutte le religioni, sia sul campo, sia nel dialogo tra loro e con i poteri pubblici" in modo da "evitare derive della cui pericolosità ci si accorge troppo tardi. Il dialogo interreligioso in questo caso è centrale per poter orientare le nostre società verso lo scambio e non verso lo scontro o il sospetto".

Nella sua analisi, il direttore di 'Civiltà Cattolica' padre Antonio Spadaro, cui va attribuito l'editoriale, osserva che "occorre innanzitutto riconoscere da dove questa violenza non viene: non vi è correlazione diretta con l’immigrazione musulmana". Poi, "è necessario ricercare le cause. Non basta individuare i colpevoli, ma si devono identificare i motivi che hanno portato a simili atti, per evitare che si ripetano". In tali eventi, "tre potrebbero essere i tipi di cause che si mescolano: fattori personali, situazioni nazionali e il contesto internazionale".Questi movimenti terroristici di ispirazione fondamentalista islamica, da al Qaeda all'Isis a Boko Haram, "hanno tutti in comune il rifiuto dell’Occidente, del suo modo di vita, della sua democrazia, del consumismo, della sua maniera di concepire i rapporti uomo-donna e del suo modo di viverli. Soprattutto, hanno sviluppato una ideologia omicida intorno a un islamismo radicale che vuole eliminare tutti i nemici della visione fondamentalista dell’Islam".Per 'Civiltà Cattolica', "la tentazione potrebbe essere quella di opporsi trasformando le nostre democrazie in società poliziesche, nelle quali sarebbe generalizzato il sospetto, specialmente nei riguardi di tutti gli immigrati e di tutti i musulmani". Ma "la soluzione non va in questa direzione", afferma il periodico gesuita, spiegando che "uno degli obiettivi principali di questi attacchi è quello di far credere che siamo in piena guerra religiosa islamica, che provoca una guerra religiosa cristiana. Non si deve cadere in questo tranello, facendo il gioco dei terroristi".

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