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Clima, Descalzi: "Processo avviato a Parigi molto importante e utile"

10 dicembre 2015 | 09.18
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Clima, Descalzi:

"Il riscaldamento ambientale riguarda l’umanità capisce bene che non posso non essere preoccupato del fatto che non si riesca a trovare un accordo sulle politiche energetiche". Ad affermarlo, in un'intervista al 'Corriere della Sera', è l'ad di Eni, Claudio Descalzi in merito alla Cop21 che si svolge a Parigi. "Siamo portati a pensare spesso che esista un giorno X entro il quale si fa un accordo e poi cambia tutto. Non è così. la realtà -sottolinea- è fatta di processi che si avviano e quello iniziato a Parigi è molto importante e, vedrete, anche utile. Far parlare 190 Paesi su questioni che riguardano un futuro lontano di qualche decennio non è così banale".

E' chiaro, spiega ancora, "che lo sforzo maggiore lo dovremo fare noi Paesi sviluppati. E che dovremo aiutare quelli in via di sviluppo a cambiare il loro mix di fonti energetiche". Se questi accordi prevedranno, come sembra, delle verifiche quinquennali, aggiunge l'ad di Eni, "non è un risultato da poco. L’accento posto sul mix di politiche energetiche lo è altrettanto".

L’Europa, sottolinea Descalzi, "deve imparare a regolare le politiche energetiche del continente e quindi a non seguire logiche nazionali nelle quali ogni Paese fa il proprio interesse e per di più a breve termine".

L'Europa, che non ha di fatto materia prima come petrolio o gas, rileva, "può avere infrastrutture. La Spagna deve potere interconnettersi con la Francia e la Francia con l’Italia e via dicendo. Cosa peraltro che ci darebbe un peso non indifferente nel Mediterraneo".

Di ritorno da Parigi dove ha seguito i lavorio della Cop21, Ermete Realacci parla all'Adnkronos di “cambiamenti enormi" e "accelerazioni formidabili", all’interno delle quali "dobbiamo chiederci che ruolo giocheranno l’Italia e le nostre industrie. Va dato atto all'Eni del ruolo positivo che sta giocando in molte aree - sottolinea il presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori pubblici della Camera - penso ad esempio alla positiva scoperta del giacimento egiziano, importante anche per la pace e la stabilizzazione dell’area, e al fatto che si tratta di un’azienda seria che, infatti, non punta a cercare quel poco petrolio presente nei nostri mari".

"Eni rappresenta un pezzo importante dell'economia e della politica estera italiane, e sicuramente il metano nel nostro futuro c’è, anche se l’orizzonte non può che essere quello di raggiungere l'obiettivio 100% rinnovabili. Mi preoccupa però - conclude Realacci - che, in questa fase difficile, possa concentrarsi sul suo core business. Dovrebbe avere una visione che si allarga preparando il terreno per il futuro. Sbagliato abbandonare la partita della chimica verde".

Per Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, "è condivisibile che le imprese impegnate sul fronte dei cambiamenti climatici facciano rete, ma tutto ciò deve essere accompagnato da obiettivi di riduzione delle emissioni che le stesse imprese devono applicare. La trattativa sulla Cop21 - specifica Ronchi all'Adnkronos - mi sembra ormai ben avviata e segnalo una importante novità: il carbon pricing che sembra ormai definitivamente inserito nel pacchetto. Ma come, si sa, tutti i passaggi decisivi avvengono all’ ultimo momento".

E a proposito dell'impegno delle imprese, proprio in vista della Cop21 la fondazione per lo Sviluppo Sostenibile aveva consegnato al ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti un Appello per il clima sottoscritto da parte di oltre 200 aziende italiane grandi, medie e piccole, lanciato dal Consiglio Nazionale della Green Economy, formato da 64 organizzazioni di imprese green.

Le proposte per raffreddare il clima, contenute nell’appello, spaziano da una riforma fiscale che contenga una carbon tax a gettito invariato all’incentivazione di interventi di efficienza energetica; dalla crescita delle rinnovabili al sostegno dell’agricoltura di qualità e, naturalmente, la richiesta che a Parigi vengano adottati target vincolanti.

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