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Clima, Obama alla Cop26: "Isole mai così minacciate"

08 novembre 2021 | 14.42
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L'ex presidente americano, 'figlio delle Hawaii', parla a Glasgow: "Agire adesso prima che sia troppo tardi. Uniti per andare avanti"

Barack Obama (Afp)
Barack Obama (Afp)

Da 'figlio delle Hawaii', Barack Obama lancia l'allarme sulle isole, "mai così minacciate" dai cambiamenti climatici. In un intervento alla Cop26 in corso a Glasgow, l'ex presidente degli Stati Uniti sostiene che a Parigi non ci sarebbe stato un accordo tanto ambizioso nel 2015 se non fossero state ascoltate le isole. Ma "non abbiamo fatto abbastanza e le nostre isole sono minacciate più che mai", ha lanciato l'allarme Obama, dicendosi poi orgoglioso che l'amministrazione americana ed il presidente Joe Biden stiano dando alla questione "l'attenzione che merita", impegnandosi con tre miliardi di dollari per sostenere i Paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici.

"Tutti noi abbiamo una parte da giocare - ha continuato l'ex presidente americano - tutti noi abbiamo un lavoro da fare, sacrifici da fare, ma quelli di noi che vivono nelle grandi nazioni ricche hanno un onere aggiuntivo per assicurare che stiamo lavorando e assistendo quelli che sono meno responsabili e meno in grado ma più vulnerabili a questa crisi". Le isole, ha detto ancora, "sono in qualche modo come i canarini nelle miniere di carbone", il campanello d'allarme che avverte, 'se non si agisce adesso poi sarà troppo tardi'. Quindi, Obama ha concluso il suo intervento con un proverbio delle Hawaii: "Uniti per andare avanti".

"Non siamo neanche vicini a dove dovremmo essere: per iniziare, nonostante i progressi rappresentati dall'accordo di Parigi, un grande numero di Paesi hanno mancato di rispettare i piani d'azione adottati sei anni fa", ha detto ancora Obama ammettendo che "ci sono momenti in cui sono scoraggiato, dubbioso sulla capacità che l'umanità riesca a darsi una mossa prima che sia troppo tardi". "Ma - ha aggiunto l'ex presidente americano - quando sono così demoralizzato, mi ricordo che il cinismo è il rifugio dei codardi: non possiamo permetterci di essere senza speranza".

"E' stato particolarmente scoraggiante vedere i leader di due dei maggiori inquinatori, Cina e Russia, rifiutarsi di partecipare persino ai lavori", ha quindi affermato, sottolineando che i "piani nazionali" di questi due Paesi "riflettono quello che appare essere una pericolosa assenza di urgenza" nell'affrontare la crisi climatica.

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