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Vacanze: Coldiretti, hotel e ristoranti 10% più cari di media europea

30 giugno 2014 | 09.50
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A frenare gli incassi turistici in Italia è il sovrapprezzo che i vacanzieri nazionali e stranieri devono pagare nel Belpaese.

Vacanze: Coldiretti, hotel e ristoranti 10% più cari di media europea

Fare le vacanze in Italia è più caro, con la spesa per hotel e ristoranti che è superiore del 10% rispetto alla media europea e si classifica come la più elevata tra le diverse mete del mediterraneo. E’ quanto emerge da un'analisi della Coldiretti sulla base dei dati Eurostat del 2013, che evidenziano come, superato lo spread finanziario, a frenare gli incassi turistici in Italia è il sovrapprezzo che i vacanzieri nazionali e stranieri devono pagare nel Belpaese.

Nonostante la crisi, i conti che i turisti devono pagare per mangiare fuori e alloggiare in Italia durante le vacanze sono - sottolinea la Coldiretti - nettamente superiori rispetto alle mete concorrenti del mediterraneo. La destinazione più conveniente per hotel e ristoranti è infatti - precisa la Coldiretti - il Montenegro, dove si paga il 37% in meno rispetto alla media comunitaria, seguito dalla Croazia con il 26% in meno, dal Portogallo dove il risparmio è del 23% e dalla Turchia dove il conto è inferiore del 22% rispetto alla media europea. Il confronto - continua la Coldiretti - è pesante anche con Paesi tradizionalmente rivali dell’Italia come la Grecia dove l’esborso per ristorazione e alloggio è inferiore del 12% e la Spagna che costa il 9% in meno della media.

Il gap nazionale trasmette purtroppo i suoi effetti sui flussi turistici internazionali. L'Europa rimane nonostante la crisi una delle destinazioni preferite del turismo internazionale con il flusso di viaggiatori da tutto il mondo in Europa che è aumentato del 5% nel 2013, con i migliori risultati registrati nell'Europa centrale e orientale (+7%) e dai Paesi del Sud e del Mediterraneo (+6%) secondo i dati dell'Unwto World Tourism Barometer del 2013. Nel dettaglio, la Spagna ha però conquistato il primo posto con un aumento dei visitatori internazionali del 4%, in Grecia l’aumento è stato del 9%, a Malta del 10% e in Portogallo dell’8%. L’ Italia - sottolinea la Coldiretti - si colloca al posto di onore tra le mete europee preferite ma secondo i dati dell’Osservatorio nazionale del turismo si è verificato nel 2013 un calo del 4,3% degli arrivi che ha riguardato sia gli italiani (-8%) che gli stranieri (-0,2%).

E non è un caso che per l’estate 2014 meno di un italiano in vacanza su tre alloggerà in albergo (28%) mentre più gettonate secondo l’Coldiretti/Ixè sono le abitazioni in affitto (19%), di proprietà (14%) o di parenti e amici (17%). A seguire i villaggi turistici (7%), i bed and breakfast (7%) e gli agriturismo (3%) che fanno segnare un aumento rispetto allo scorso anno soprattutto nelle presenze straniere, anche grazie alla qualificazione e diversificazione dell’offerta ma anche all’ottimo rapporto tra prezzi/qualità con la scelta che avviene sempre più di frequente attraverso siti come www.terranostra.it o www.campagnamica.it.

A salvare l’Italia è il fatto che - continua la Coldiretti - è tra le mete più ricche di attrazioni dal punto di vista culturale, paesaggistico, ambientale e anche enogastronomico. L’Italia è infatti il paese più ricco al mondo di siti di interesse culturale ma è in grado di offrire al turista anche la più grande varietà di opportunità, dal mare alla montagna, dai laghi al verde con le campagne che offrono paesaggi di una bellezza unica come dimostra ad esempio il recente via libera all’iscrizione dei 'Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato' nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco, ma anche l’oltre 10% del territorio nazionale che è coperto da parchi e aree protette.

L’Italia - conclude la Coldiretti - è peraltro l’unico Paese al mondo che può vantare la leadership la leadership europea con 262 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp), può contare sul maggior numero di produttori biologici nell’Unione e garantisce livelli di sicurezza da record con un numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite di appena lo 0,2% che sono risultati inferiori di nove volte a quelli della media europea (1,6% di irregolarità) e addirittura di 32 volte a quelli extracomunitari (7,9% di irregolarità), sulla base delle elaborazioni Coldiretti sulle analisi condotte dall’Efsa.

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