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Colpo al 'tesoro' di San Mamiliano, rubate 65 monete d'oro

09 novembre 2019 | 17.04
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Furono coniate tra il IV e V secolo dopo Cristo. Sindaco di Sorano: "Furto non è opera dei soliti ignoti"

Foto Musei di Maremma
Foto Musei di Maremma

di Paolo Martini

Un colpo senza precedenti al 'tesoro' del Museo di San Mamiliano di Sovana, nel comune di Sorano (Grosseto): sono state rubate 65 monete d'oro coniate tra il IV e V secolo dopo Cristo, che coprono un arco di oltre cent'anni tra l'ultima fase dell'Impero Romano d'Occidente e la fase nascente dell'Impero Romano d'Oriente.

Le 65 monete, di grande valore archeologico e storico, fanno parte del 'tesoro' rinvenuto nel 2004 durante gli scavi sotto il pavimento della chiesa di San Mamiliano a Sovana. All'epoca venne trovato un recipiente in ceramica contenente 498 monete d'oro: per la precisione solidi aurei coniati sotto Leone I e Antemio, per la maggior parte provenienti dalla zecca di Costantinopoli. Al museo di Sovana ne sono rimasti 83 (di cui 65 rubati) e i rimanenti sono custoditi al Museo Nazionale Archeologico di Firenze. Ulteriore fascino sul ritrovamento è dovuto all'ipotesi di alcuni studiosi secondo i quali il 'tesoro' di Sovana coincide probabilmente con il tesoro di Montecristo reso celebre dal romanzo 'Il Conte di Montecristo' di Alexandre Dumas.

Il furto, con le vetrine razziate, è stato scoperto questa mattina, alla riapertura del museo comunale che fa parte del Parco archeologico della Città del Tufo in Maremma. Il furto sarebbe stato messo a segno tra domenica scorsa, 3 novembre, ultimo giorno di apertura, e la notte scorsa. Il museo, con l'orario invernale, apre, infatti, solo nel fine settimana.

Secondo gli investigatori dei carabinieri (al sopralluogo è intervenuto anche il nucleo specializzato dell'Arma di tutela del patrimonio del patrimonio culturale), è stato fatto da ladri professionisti, che avrebbero pianificato in ogni dettaglio il colpo. Una volta entrati nel museo hanno disattivato il sistema d'allarme che è collegato con la caserma dei carabinieri e poi hanno messo fuori servizio il doppio sistema interno di videosorveglianza, portando via l'apparecchio che contiene la 'memoria' che registra i filmati.

Entrati nel museo (sotto si trovano le antiche terme), i ladri hanno tentato di sfondare i vetri blindati delle bacheche in cui erano custodite le monete ma non ci sono riusciti. Allora hanno forzato le serrature delle bacheche e con poche difficoltà sarebbero riusciti ad alzare i vetri e a razziare le monete. Il fatto che 18 monete su 83 sono rimaste nelle bacheche sarebbe la dimostrazione delle difficoltà incontrate dai malviventi durante la razzia.

Ad accorgersi del maxi furto è stato stamani uno dei custodi del museo, gestito da una cooperativa di servizi culturali, che ha dato l'allarme. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia municipale e i carabinieri, accompagnati dall'archeologo responsabile Fabio Rossi e dal sindaco di Sorano, Pier Andrea Vanni. Le indagini sono condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Grosseto, diretti dal pm di turno della Procura. Il valore delle monete secondo una stima prudenziale si aggira intorno ai 300mila euro. Tutte le monete rubate sono catalogate.

SINDACO DI SORANO: "FURTO NON È OPERA DEI SOLITI IGNOTI" - "Un fatto tremendo e incredibile, quando ho saputo la notizia ho sentito un dolore quasi fisico", ha detto all'Adnkronos il sindaco di Sorano (Grosseto), Pierandrea Vanni, firma storica del giornalismo toscano e per lungo tempo colonna della redazione fiorentina della 'Nazione'. "Quello che appare certo è che si è trattato di un furto ben organizzato, non è un furto da soliti ignoti; se poi sia stato su commissione o no, non lo posso dire. Sembra però un furto studiato e anche con più sopralluoghi. Non è un furto improvvisato" ha aggiunto Vanni.

"Appena ho visto lo scempio - ha raccontato - è stato un grandissimo dolore. Ho provato dolore e sconforto. Il museo di Sovana è nato attorno al ritrovamento nel 2004 di questo eccezionale tesoro di monete d'oro e le monete erano il cuore del museo". "Ma dopo il dolore e lo sconforto provato, bisogna reagire, subito. Le indagini faranno il loro corso - ha continuato il sindaco - In queste ore ho già visto grande mobilitazione da parte dei carabinieri. Ma noi come istituzioni dobbiamo fare il possibile per far vivere il museo, che è costato soldi pubblici e fatica".

Per questo, già oggi, Pierandrea Vanni si è messo in contatto con la soprintendenza ai beni artistici, per chiedere di rivitalizzare in tempi brevi il museo "dopo la grave perdita" inflitta dal furto. "Ho già detto al soprintendente che se non c'è più il cuore del museo, ovvero le monete, bisogna trovare qualche altro organo vitale, magari un polmone, per far sopravvivere questa nostra istituzione. Adesso bisogna cominciare a elaborare subito un'idea". Infine il sindaco di Sorano ha ricordato che tutto il 'tesoro' di San Mamiliano è catalogato: "Di ogni moneta esiste una scheda". E tutte le schede sono state già consegnate ai carabinieri del nucleo di tutela patrimonio culturale, la specialità dell'Arma che indaga sui furti di opere d'arte.

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