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Calcio: Commisso, 'passione nasce in Calabria, ora darò tutto per la Viola'

02 agosto 2019 | 10.01
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(Fotogramma)
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"In Calabria già tiravamo calci al pallone, era l’unico sport possibile per me. Avevo sette, otto, nove anni e quando era inverno, giocavamo davanti alla stazione. Mentre d’estate in spiaggia. All'epoca tifavo per la Juventus! Erano i tempi di Sivori, Charles, Boniperti, Nicolai… e ho cominciato ad appassionarmi al calcio con loro, erano i più bravi". Rocco Commisso racconta come nasce la sua passione per il calcio che lo ha portato pochi mesi fa a comprare la Fiorentina.

L'imprenditore italo-americano, nato a Gioiosa Ionica, nel corso di una lunga intervista a 'La voce di New York' promette che darà il massimo per riportare la squadra viola nell'elite del calcio. “Non ho un piano. Lavorerò duro e sarò onesto con voi, mi spaccherò il culo per la Fiorentina e poi vedremo quel che succederà. Quando si parla di un piano, di fare un piano generale, prima devi conoscere bene tutta la squadra. Comunicare ad aggiustare le infrastrutture, guadagnare un po’ di tempo. Pensare al centro sportivo, ma tutto questo prende tempo non si può fare in un giorno. E quindi ci fermeremo a riflettere, e vedremo cosa abbiamo raggiunto e organizzato per la prossima stagione. Ecco non posso promettere altro”.

Commisso sottolinea come la Fiorentina, il cui acquisto considera una rivincita, stia assorbendo gran parte del suo tempo. "Alcuni anni fa avevo tentato di prendere il Milan, poi il Palermo, non voglio chiamarla vendetta, è una parola forte ma la possiamo chiamare rivincita in senso sportivo. Il valore della mia impresa Mediacom in questo momento lo ritengo di 8 miliardi di dollari. Mentre per la Fiorentina, parliamo di circa 150-170 milioni. Quindi l’ho comprata con una piccola percentuale di quello che posseggo, ma sta prendendo il 98% del mio tempo. Ma ho appena iniziato, è tutto nuovo per me, è in Italia, la cultura è diversa, ci credi o no, ho dovuto firmare più carte legali in questa operazione in Italia che avevo firmato in tutta la mia vita. Ma è il sistema italiano”.

Il presidente di Mediacom garantisce che per lui la squadra viola non sia solo business. "Io non devo andare in Italia per fare affari, io ho abbastanza soldi. Però uno non va a gettare il denaro, spendi i soldi per investimenti e fai crescere il valore dell’azienda. L’ho già detto che la Serie A, non solo la Fiorentina, è ancora molto indietro rispetto alla Premiere League inglese, cioè hanno tre volte la nostra ricchezza. Con le nostre entrate non puoi comprare certi giocatori, senza certi giocatori non puoi vincere e se non puoi vincere – ecco il circolo vizioso – non puoi arrivare alla Champions League. Ma per arrivarci non puoi avere perdite, per non aver perdite devi generare entrate… Quindi, le nostre entrate sono circa 100 milioni, la Juventus va oltre 400 credo, hanno abbastanza soldi e ricchezza a disposizione per comprarsi tutto, e questo è quello che sta rovinando il calcio italiano. Quindi bisogna cominciare aggiustando le infrastrutture della Serie A”.

Infine il patron viola promette di seguire la squadra il più possibile: "Non voglio dire una cifra e dire che seguirò il 30 o il 50% dei match, perché le cose possono cambiare, ma la mia intenzione è di venire per vedere le partite. Non dico che ci sarò ogni sera che la Fiorentina gioca in casa. Io ogni sera la passo con mia moglie. Ma prometto che ci sarò il più tempo possibile”.

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