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Scuola: Comune Ravenna, ultimo giorno studenti lascino in dono grembiuli a zaini

05 giugno 2014 | 17.20
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L’invito dell’Amministrazione a chiudere le lezioni nel segno della solidarietà. Il materiale sarà sistemato e regalato ai bambini meno abbienti

Scuola: Comune Ravenna, ultimo giorno studenti lascino in dono grembiuli a zaini

L'ultimo giorno di scuola, ormai imminente, gli studenti lascino in dono agli scolari meno fortunati gli zainetti e i grembiuli che hanno usato durante l'anno. E' l'invito rivolto dagli assessori all'Istruzione, Ouidad Bakkali, e ai Servizi Sociali, Giovanna Piaia, del Comune di Ravenna che hanno chiesto alle famiglie, attraverso i dirigenti scolastici, di chiudere le lezioni nel segno della solidarietà.

Tecnicamente l'iniziativa prevede che i ragazzi lascino in classe grembiuli e zaini che verranno raccolti ed eventualmente aggiustati dal gruppo sartoria dell'Auser, quindi lavati e stirati dai volontari ospiti del 'Re di Girgenti', per poi essere consegnati al Punto incontro Cappuccini e smistati, sotto il coordinamento del Tavolo delle povertà, alle famiglie più bisognose.

Si conclude così la prima edizione della campagna 'Tutti i bimbi vanno a scuola', partita l'anno scorso in occasione dell'avvio delle lezioni e che, grazie al materiale donato da tanti cittadini, ha fatto sì che ogni alunno fosse provvisto, dall'astuccio alla colla, di tutto il corredo necessario per un buon avvio dell'anno scolastico. L'iniziativa verrà proposta anche per il prossimo anno con le stesse modalità, che prevedono la raccolta di fronte ai supermercati di materiale scolastico da destinare ai ragazzi, le cui famiglie non se ne possono permettere l'acquisto.

“Il Tavolo Povertà - spiega l’assessore Piaia - riesce a coordinare nuove iniziative e a potenziare la propria capacità di interpretare i bisogni delle famiglie trasformandoli in azioni di solidarietà”. “Il riuso torna così - aggiunge - ad essere una pratica di scambio che risponde a una nuova etica del consumo, consumo che riduce lo spreco e riduce la forbice fra chi può e chi non può permettersi di acquistare anche il fabbisogno, in questo caso, scolastico”.

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