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Comunione a Biden, marcia indietro dei vescovi americani

26 giugno 2021 | 10.48
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La conferenza episcopale Usa: "Nessuna politica nazionale sull'eucaristia per i politici"

(Afp)
(Afp)

Nessuna politica nazionale negli Stati Uniti per negare la comunione a politici cattolici che, come il presidente Joe Biden, non si oppongono alle leggi sull'interruzione di gravidanza. Dopo le tensioni nel mondo cattolico americano, provocate dalla decisione dei vescovi di approvare un documento sul "significato dell'eucaristia", la conferenza episcopale ha diffuso un testo di chiarificazione, nel quale si esclude ogni misura in tal senso.

"Non vi sarà alcuna politica nazionale sul negare la comunione a politici. L'intenzione è di presentare una chiara comprensione degli insegnamenti della Chiesa e dare maggiore consapevolezza ai fedeli su come l'Eucaristia può trasformare le nostre vite, avvicinarci al nostro Creatore e alla vita che vuole per noi", si legge nel testo con domande e risposte sul senso del testo votato dai vescovi cattolici americani il 18 giugno.

In quell'occasione, al termine della conferenza episcopale di primavera, 168 vescovi avevano votato a favore della stesura di linee guida sulla comunione. Altri 55 avevano votato contro e sei si erano astenuti, al termine di un infuocato dibattito online fra chi chiedeva di agire "con coraggio" per difendere valori centrali della fede, e chi metteva in guardia contro il rischio di politicizzare l'eucaristia, trasformandola "in uno strumento di un feroce scontro partigiano". Ma ora il testo punta stemperare le tensioni, spiegando che le linee guida saranno rivolte "a tutti i cattolici" perché "sostengano la vita e la dignità umana e altri principi fondamentali della morale cattolica e il suo insegnamento sociale".

La questione sulla possibilità di negare la comunione a quei politici cattolici, soprattutto democratici, che non contrastano le leggi sull'aborto, divide da tempo il mondo cattolico americano. Se ne era parlato quando John Kerry era candidato alla presidenza, ma la questione è tornata alla ribalta con l'elezione di Joe Biden, cattolico praticante che va a messa e si comunica tutte le domeniche. Un presidente, va ricordato, a cui il Papa ha telefonato poco dopo la sua elezione "per offrirgli le sue benedizioni e congratulazioni".

Lo scorso maggio, il Vaticano aveva avvertito i vescovi americani che la definizione di procedure nei confronti di politici cattolici rischiava di essere divisiva. In appoggio alla sua esortazione il Vaticano aveva citato anche un documento del 2002 firmato da Papa Giovanni Paolo II e dall'allora prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, il futuro Papa Benedetto XVI.

Così alla fine, i vescovi hanno scelto una linea più prudente per evitare una frattura. Biden si era sempre mostrato fiducioso in proposito. "E' un fatto privato, non credo che accadrà", aveva detto ai giornalisti, quando gli era stato chiesto qualche giorno fa se gli sarebbe stata negata la comunione. Del resto, il cardinale Wilton Gregory era intervenuto nell'assemblea dei vescovi assicurando che i sacerdoti della sua arcidiocesi di Washington D.C. non avrebbero mai negato la comunione a Biden. "La scelta di fronte a noi - aveva detto - è se seguire il cammino dell'unità o andare verso un documento che non porterà all'unità, anzi la danneggerà".

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