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Made in Italy: con 'balsamic app' aceto tradizionale a misura di straniero

22 luglio 2015 | 10.48
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Made in Italy: con 'balsamic app' aceto tradizionale a misura di straniero

Leggere, guardare, ascoltare, capire l’Aceto balsamico tradizionale di Modena: una app per tablet e una web app per smartphone, interamente in inglese, da oggi sono a disposizione dei turisti stranieri. Una bussola voluta e sviluppata dalla Consorteria dell’Aceto balsamico tradizionale di Spilamberto per diffondere la cultura di un prodotto secolare, anche e soprattutto oltre confine. L’Aceto balsamico tradizionale non è un semplice condimento, infatti, ma un vero ambasciatore del gusto Made in Italy: un prodotto apprezzato in tutto il mondo, ma spesso confuso con il balsamico Igp.

Raccontare l’Aceto balsamico tradizionale di Modena significa parlare soprattutto di passione, pazienza e duro lavoro. Ed è proprio questo che fa la nuova app Traditional Balsamic Vinegar of Modena, sviluppata dalla Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto, l’associazione culturale che da più di 50 anni lavora per preservare questa antica tradizione, promuovendo la produzione dell’Aceto balsamico secondo il disciplinare Dop.

Si tratta di una app per tablet Apple e Android, ora scaricabile al prezzo di 2.99 dollari, e di una web app gratuita per smartphone (anche in questo caso sia per Iphone che per dispositivi Android): le app sono provvisoriamente disponibili sul sito www.appeditor.it in attesa di essere caricate e rese disponibili sul sito www.visitmodena.it. I contenuti dell’applicazione sono suddivisi in cinque sezioni tematiche che vanno dalla storia del balsamico tradizionale alla sua produzione, dall’esperienza sensoriale legata alla degustazione, ai luoghi del balsamico, fino agli aspetti socio-culturali e a un utile glossario.

Con questa applicazione, dunque, si ha la possibilità di conoscere l’antica storia dell’Aceto balsamico tradizionale di Modena e scoprire come questo condimento speciale sia profondamente radicato nella tradizione locale, ma si può anche seguirne il processo produttivo: dalla raccolta delle uve in vigna e la cottura del mosto ai segreti della maturazione in piccole botti e conoscere quindi nel dettaglio come si conduce un’acetaia. L’utente viene guidato anche nella degustazione, a riconoscere il vero Aceto balsamico tradizionale di Modena e le caratteristiche organolettiche che lo distinguono dai prodotti industriali, le stesse che i maestri assaggiatori della Consorteria esaminano durante il Palio di San Giovanni per nominare l’Aceto balsamico vincitore.

La app accompagna, poi, nella scoperta del territorio della provincia modenese, attraverso i percorsi ciclabili più belli per visitarlo; il viaggio prosegue poi all’interno della Consorteria di Spilamberto e del Museo del balsamico tradizionale, fino nella soffitta di Villa Fabriani dove ha sede l’antica acetaia sociale. Ma non è finita: non poteva mancare una sezione dedicata alle ricette, che mostrano come utilizzare questo aceto secondo la tradizione e migliorare i cibi attraverso utili consigli.

“Il balsamico tradizionale è stato scelto come prodotto trainante per l’economia modenese in occasione dell’Expo - sottolinea Luca Gozzoli, Gran Maestro della Consorteria - essendo indissolubilmente legato alla sua terra. Da qui è nata l’esigenza di sfruttare questo importante appuntamento per diffondere il più possibile la cultura di un enorme patrimonio della nostra terra: un prodotto il cui profumo conserva e tramanda la memoria del passato, dei suoi più antichi utilizzi, del lavoro nei campi, delle cure rigorose e della lentezza del suo evolversi".

"Ma come trasmettere tutto questo ai turisti e agli operatori stranieri? La tecnologia è una grande alleata: con queste app vogliamo arrivare a tutti. L’obiettivo è prendere il meglio del passato e cercare di portarlo nel futuro”, conclude.

Le app sono state progettate e realizzate dalla modenese Appeditor, un collettivo di grafici per l’editoria digitale, prevalentemente al femminile. Lucia Barbieri e Paola Busani, che hanno lavorato per diversi mesi a questo progetto, sono due graphic designer di Modena, curiose e affascinate dalla sfida delle nuove tecnologie e dalle loro potenzialità, profondamente legate al saper fare delle donne che le hanno precedute e alla cultura materiale del territorio a cui appartengono.

Insieme si propongono come Appeditor, un collettivo che raggruppa diverse figure professionali coinvolte nella progettazione e realizzazione di app, webapp, ePub ed eBook a 'contenuto grafico-comunicativo', evoluzione contemporanea del supporto libro e non solo.

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