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Startup: 'Snapback', multitasking e iperconnessi in sicurezza

29 aprile 2016 | 13.00
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(Video)

Startup: 'Snapback', multitasking e iperconnessi in sicurezza

Addio multe per guida con il cellulare in mano. D'ora in avanti, c'è chi aiuta a 'smanettare' sullo smartphone senza neanche toccarlo e, dunque, in piena sicurezza. Un aiuto non solo per i guidatori più temerari ma per chiunque si trovi nella necessità di utilizzare un mobile device ma facendo allo stesso tempo altro. L'idea, che promette di risolvere un problema che affligge la maggior parte delle persone 'multitasking', alle prese con la tecnologia e con la iper-connessione dei nostri tempi, è venuta a una start up che ha ricevuto il sostegno del programma 'Smart&Start' promosso da Invitalia (video).

Si chiama 'Snapback' e il nome esprime bene la mission: 'feedback by finger snap', come a dire che basta uno schiocco di dita per dare un comando allo smartphone. A spiegare a Labitalia come è nata l'idea è l'amministratore delegato dell'azienda, Giuseppe Morlino.

"Eravamo un gruppo di persone, senza precedenti esperienze come imprenditori, con la voglia di metterci in gioco - racconta - per risolvere problemi reali della gente. Nel 2013, ci siamo focalizzati su un problema conosciuto nel gergo del mondo dell'autotrasporto come 'isolamento in cabina', che affligge appunto chi passa molto tempo isolato dal mondo e senza la possibilità di comunicare. Quello che avevamo intenzione di fare all'epoca era ricostruire il 'baracchino', la vecchia radio, per renderla più sicura, moderna e attuale".

"Questa è l'idea - prosegue Giuseppe Morlino - con cui siamo partiti, ma entrando poi nell'acceleratore di impresa dove siamo nati, Luiss Enlabs, abbiamo fatto un cosiddetto 'pivot', ossia abbiamo cambiato il nostro target capendo che quello che stavamo cercando di risolvere era un problema molto più ampio rispetto all'isolamento in cabina. Un problema dovuto al fatto che, come nel caso della distrazione al volante, quando vogliamo utilizzare dispositivi mobili e stiamo facendo altro abbiamo bisogno di molta, troppa attenzione e questo ci porta a metterci in situazioni di pericolo, come appunto quando guidiamo, o ad avere l'impossibilità ad utilizzarli, come per esempio quando abbiamo le mani sporche, bagnate, indossiamo dei guanti, o in generale stiamo facendo altro".

"E così nasce Snapback, proprio con l'intento - sottolinea - di risolvere tutti questi problemi che derivano da quel bisogno crescente di utilizzare dispositivi mobili ma non possiamo farlo. Abbiamo creato una libreria software: tecnicamente è una 'cassetta degli attrezzi' per creare applicazioni, quindi non è una sola applicazione ma un motore che genera applicazioni e permette di disegnare, progettare, sviluppare applicazioni a bassa distrazione cognitiva".

"Tecnicamente, vuol dire che posso utilizzare i miei smart-devices senza toccarli o guardarli, quindi senza distrarmi troppo. Per esempio, posso, mentre sto guidando, mandare un messaggio facendo una 'wave' con la mano, posso schioccare le dita, oppure fare un gesto per chiamare aiuto quando sono in una situazione di emergenza", aggiunge.

"Andiamo in tutti quei contesti in cui vogliamo rendere possibile e velocizzare un comando al dispositivo o anche in alcuni casi renderlo più divertente, più facile da usare e più naturale. E questo serve per aumentare il benessere delle persone partendo dalla sicurezza, rendendo più sicuro l'utilizzo del cellulare o degli altri dispositivi smart e anche possibile e più di aiuto in situazioni come quelle in cui abbiamo un malessere o subiamo un'aggressione. Si apre quindi uno scenario di interfacce non visive per qualsiasi applicazione in cui l'interfaccia visiva-grafica non è sufficiente", spiega Morlino.

Ma da chi è composta la squadra di Snapback? "Il cuore dell'azienda - afferma - ha in sé varie competenze nel campo delle scienze cognitive, della linguistica, dell'informatica, dell'ergonomia, quindi competenze chiave per la progettazione e la creazione di queste interfacce. Trattandosi di software, l'azienda, che incontra una competizione internazionale, deve avere anche altre competenze, che aiutino a capire questo che è un mercato che sta nascendo ed è in forte crescita e come sviluppare iniziative di business. Competenze che nei nostri due anni e mezzo di vita abbiamo dovuto acquisire per completare il team. Ora puntiamo a un'espansione. Necessariamente dobbiamo internazionalizzarci: abbiamo aperto una sede a Londra da pochi mesi, per conquistare il mercato mondiale da un contesto 'più connesso' come quello anglosassone".

Fondamentale è stato l'incontro con Invitalia e con il programma 'Smart&Start', per il sostegno alle startup innovative. "Noi abbiamo diversificato la nostra strategia di investimento, fra il pubblico e il privato. I finanziamenti privati ci hanno dato la possibilità di andare molto veloci e di validare l'idea, ma a un certo punto c'è bisogno di strutturarla e in questo un finanziamento pubblico come quello di Smart&Start è stato molto utile", conclude.

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