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Con riforma Fornero boom lavoratori anziani

03 marzo 2019 | 12.17
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Dati della Commissione Ue elaborati dall'AdnKronos: in 5 anni +11 punti percentuali

(FOTOGRAMMA)
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di Simona Temperini
Le riforme attuate in passato, come la Fornero, hanno innalzato l'eta pensionabile effettiva. Risultato: tra il 2013 e il 2018 gli anziani che lavorano sono aumentati di 11 punti percentuali, passando dal 42,7% delle presenze al 53,7% nella fascia della popolazione di età compresa tra 55 e 64 anni. I dati sono contenuti nell'ultimo report della Commissione europea ed elaborati dall'AdnKronos. Tra il 2008 e il 2017 la forza lavoro è aumentata di circa un milione di persone, ''principalmente grazie all'aumento dei tassi di partecipazione dei lavoratori più anziani e delle donne'', rileva l'Ue nel dossier.

L'aumento dell'occupazione, osserva la Commissione, ''si è basata su contratti a tempo determinato'' che, una volta scaduti gli incentivi per le assunzioni, ''sono diventati l'unico motore per la crescita dell'occupazione''. Nel periodo esaminato sono passati dal 13,2% al 17,1%, con un incremento di 4 punti percentuali. Tra il terzo trimestre del 2017 e il terzo trimestre del 2018 i contratti a tempo determinato sono aumentati dell'11,6%, a discapito dei posti con contratto a tempo indeterminato, che sono diminuiti dell'1%.

L'aumento dei contratti a tempo indeterminato e il conseguente aumento del ricambio del personale, si legge nel dossier, ''riducono gli incentivi per le imprese a investire in formazione specifica e restringono i margini per una specializzazione del lavoratori''. Nonostante il passo in avanti compiuto dall'Italia, con l'occupazione che è passata dal 59,7% del 2013 al 62,9% dello scorso anno (+3,2 punti), resta un considerevole gap rispetto all'Ue.

Nel terzo trimestre del 2018 il dato è arrivato al 63,1% ma - rispetto al 73,2 dell'Unione europea - resta comunque una distanza di 10,1 punti percentuali. In prospettiva, si legge nel report, la possibilità di ulteriori miglioramenti dipende in larga misura dall'aumento dei tassi di attività e dalla riduzione della disoccupazione strutturale.

''Negli ultimi due anni la crescita dell'occupazione -osserva l'Ue- è stata trainata da contratti a tempo determinato. Il calo del tasso di disoccupazione è lento, anche a causa dell'aumento della partecipazione al mercato del lavoro''. Ma ''rimane elevato'' passando dal 12,1% del 2013 al 10,6% del 2018 nella fascia di età tra 15 e 74 anni. La disoccupazione di lunga durata e quella giovanile, in particolare ''destano serie preoccupazioni'' perché ''continua ad essere elevata ed è ancora molto al di sopra dei livelli pre-crisi''.

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