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Concordia, cala il sipario: dal naufragio alla sentenza

12 maggio 2017 | 20.14
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 16 anni di reclusione nei confronti di Francesco Schettino, ex comandante della Costa Concordia per il naufragio avvenuto il 13 gennaio 2012 davanti all'isola del Giglio, che provocò 32 morti. La sentenza della Suprema corte chiude la lunga vicenda processuale.

La conferma della condanna a 16 anni per Schettino era stata chiesta dal pg della Cassazione Francesco Salzano, nella requisitoria tenuta durante l'udienza del 20 aprile scorso: Schettino, aveva sostenuto, non merita le attenuanti generiche, anzi merita l'aggravante della colpa cosciente per aver provocato "un naufragio di immani proporzioni", segnato da "gravissime negligenze" e "macroscopiche infrazioni" alle procedure della navigazione. Salzano aveva anche chiesto l'"irrevocabilità" della condanna dell'ex comandante e di accogliere il ricorso della Corte d'Appello di Firenze per riconoscere l'aggravante della colpa cosciente.

Nella stessa udienza l'avvocato Donato Laino, difensore di Schettino assieme a Saverio Senese, aveva chiesto l'annullamento della condanna per una serie di vizi procedurali. Secondo la difesa, sarebbero stati commessi una serie di errori di diritto consumati ai danni dell'unico imputato dai giudici di primo e secondo grado. La difesa di Schettino aveva anche chiesto di poter mostrare in aula un video che sarebbe in possesso dell'ex comandante e che dimostrerebbe che da parte sua non ci sarebbe stato abbandono della nave. Il pg si era opposto e questa mattina anche i giudici della quarta sezione penale della Corte hanno respinto la richiesta.

LE TAPPE DEL PROCESSO - Dopo il processo in primo grado al Tribunale di Grosseto, il 31 maggio 2016 la Corte d'Appello di Firenze ha confermato la condanna a 16 anni per Schettino. La Procura generale di Firenze ha presentato ricorso in Cassazione, chiedendo di annullare la sentenza di appello, perché la pena comminata a Schettino era giudicata troppo lieve: la Procura generale ha invocato una condanna a 27 anni, la stessa richiesta formulata in primo grado dalla Procura di Grosseto, e ha chiesto alla Suprema Corte di procedere a un nuovo processo per ricalcolare la pena in rialzo. In attesa della sentenza di Cassazione, lo scorso marzo Schettino aveva postato su YouTube un video in cui si difende: "E' falso che io abbia abbandonato la nave. Sono saltato all'ultimo istante". E aggiunge: "Sono in grado di provare quello che dico".

Il NAUFRAGIO - Venerdì 13 gennaio 2012, ore 21.45. E' in quell'istante di cinque anni fa che inizia il naufragio Costa Concordia, tra le più gravi tragedie marittime della storia italiana, costata la vita a 32 persone e il ferimento di altre 110. Salpato dal porto di Civitavecchia per la prima tappa della crociera 'Profumo degli agrumi' nel Mediterraneo, con 4.229 persone a bordo (3.216 i passeggeri, 1.013 i membri dell'equipaggio), il transatlantico urta lo scoglio delle Scole all'Isola del Giglio, causando l'apertura di una falla di circa 70 metri sul lato sinistro.

La nave si arena sullo scalino roccioso del basso fondale di Punta Gabbianara, a nord di Giglio Porto. A portare la nave fin lì la volontà del comandante Francesco Schettino, deciso a passare sotto costa per fare il cosiddetto 'inchino', cioè il saluto agli abitanti dell'Isola, tradizione in tante navi da crociera. La Concordia passa a 0,28 miglia marine dalla costa, circa 518 metri.

Lo scafo inizia a imbarcare acqua e a bordo si verifica il black out. Dopo 27 minuti dall'urto, la capitaneria di porto di Livorno si mette in comunicazione con la Concordia su avviso del parente di un passeggero per assicurarsi del loro stato, dopo che i carabinieri di Prato avevano avvisato la capitaneria stessa di aver ricevuto una telefonata richiedente informazioni sullo stato delle cose.

Subito dopo l'urto, l'allora 51enne Schettino, sostiene di aver deciso di invertire la rotta per ruotarla e farla arenare sul basso fondale, facendola incagliare sulla scogliera davanti Punta Gabbianara. I locali dei motori sono invasi dall'acqua. Alle 22.14 la Capitaneria di Porto rintraccia la Concordia e chiama a bordo: dalla plancia rispondono che è solo un black-out, in corso da circa 20 minuti e sostengono che risolveranno il problema a breve.

Poco più di 40 minuti dopo, alle 22.58, viene dato l'abbandono nave e soltanto alle 4.46 del mattino del 14 gennaio la Gdf comunica che a bordo ci sono solo soccorritori e che i passeggeri sono stati tutti evacuati. Il complesso recupero del relitto, trasportato dall'Isola del Giglio a Genova per essere poi demolito, è avvenuto solo due anni più tardi.

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