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"Concorsi truccati? Sistema squallido"

28 giugno 2019 | 12.09
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Parla il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, sull'operazione 'Università bandita' della polizia che ha portato alla sospensione del rettore e di 9 professori dell'Università di Catania

"Un sistema squallido. Provo molta tristezza". Lo ha detto il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, durante la conferenza stampa sull'operazione 'Università bandita' della Polizia di Catania. Sono 27 i concorsi truccati, 17 per professore ordinario, 4 per professore associato e 6 per ricercatore. Sono 10 i docenti destinatari del provvedimento. Sono professori con posizioni apicali all'interno dei Dipartimenti dell'universita' etnea.

Tutti sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere e, a vario titolo, di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, corruzione per l'esercizio della funzione, induzione indebita a fare o promettere utilità, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, turbata libertà del procedimenti di scelta del contraente, abuso d'ufficio e truffa aggravata.

"L'indagine ha consentito di svelare un sistema di nefandezze che purtroppo macchia in maniera veramente pesante il nostro Ateneo perché purtroppo coinvolge tutti i personaggi di maggiore responsabilità al suo interno - ha affermato ancora Zuccaro -. Abbiamo accertato che questo sistema, che vedeva al vertice il precedente rettore ed il rettore attuale ha inquinato il sistema di votazione all'interno dell'Ateneo per la nomina del rettore e per la nomina degli organi più importanti. A cascata questo sistema si é perpetuato per condizionare numerosi concorsi di tutti i dipartimenti".

"Un sistema - ha concluso Zuccaro - che non esito a definire squallido perché le persone che vengono proposte non sono le più meritevoli per aggiudicarsi il titolo. Quando qualcuno ha il coraggio di proporsi come candidato per questo posto nonostante il capo del dipartimento abbia deciso che non sia venuto il suo momento, queste persone vengono fatte oggetto di critiche pesanti, addirittura di ritorsioni da parte del capo del dipartimento".

Le indagini della Digos hanno permesso di svelare l'esistenza di una associazione a delinquere, con a capo il rettore di Catania, Francesco Basile, e di cui promotore il suo predecessore Giacomo Pignataro, finalizzata a commettere un numero indeterminato di reati volti ad alterare il naturale esito dei bandi di concorso. Sono 40 gli indagati coinvolti in cui il gip ha riconosciuto gravi indizi di colpevolezza.

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