Diminuisce la cancellazione delle imprese e sale la loro 'natalità' anche se il numero di cancellazioni continua ad essere superiore a quello delle iscrizioni confermando che i ritmi di sviluppo dell’economia "non sono particolarmente brillanti". E' in sintesi quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio sui dati relativi alla natalità-mortalità delle imprese nel periodo gennaio-settembre 2015. Nei primi nove mesi dell’anno il saldo complessivo dell’Area Confcommercio (commercio, turismo, servizi alle imprese e alle persone, trasporti e logistica) è stato negativo per 41mila 300 imprese, mentre nello stesso periodo del 2014 è stato negativo per circa 49mila imprese, evidenziando un miglioramento pari a 7.656 unità (i dati includono le cancellazioni d’ufficio).
Rispetto al totale economia che cresce dello 0,5%, le nuove iscrizioni dell’Area Confcommercio crescono dell’1,6% e quelle del commercio al dettaglio, uno dei settori più colpiti dalla crisi, mostra nuove iscrizioni crescenti dell’1,7%. E’ ancora poco e troppo presto per affermare che la ripresa si stia diffondendo a tutte le unità produttive, ma, si legge nella nota dell'Ufficio studi, è un segnale che va colto e rafforzato con politiche fiscali distensive anche più coraggiose di quelle che la legge di stabilità 2016 sembra mettere in campo.
La cautela è d’obbligo, prosegue la nota, anche in virtù delle ipotesi che circolano in questi giorni di assegnare agli enti locali la facoltà di accrescere le aliquote legali sugli immobili diversi dall’abitazione principale, eventualità che depotenzierebbe la portata dei già modesti tagli fiscali prospettati per il 2016.
