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Lavoro: Confesercenti, decreti Jobs Act puntino su formazione e flessibilità

18 dicembre 2014 | 15.00
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Il vicepresidente Vivoli a Labitalia: "L'obiettivo è uno solo, creare posti di lavoro. Occorre dettagliare meglio il contratto a tutele crescenti. E' il turismo il settore che può far uscire il Paese dalle difficoltà".

Massimo Vivoli - (foto Labitalia)
Massimo Vivoli - (foto Labitalia)

"Attenzione alla formazione in bottega, flessibilità e semplificazione nei contratti per le piccole imprese". Sono questi i punti su cui Confesercenti chiederà attenzione al governo al momento della scrittura dei decreti delegati del Jobs Act. Lo spiega a Labitalia Massimo Vivoli, presidente di Italia ComFidi, presidente di Confesercenti Toscana e vicepresidente vicario di Confesercenti nazionale.

Per Vivoli, l'obiettivo è uno solo: "Bisogna creare posti di lavoro -dice- altrimenti le aziende non assumono in Italia e, come ci ha segnalato di recente l'Istat, le aziende vanno a creare i posti di lavoro all'estero".

"Come Confesercenti e Rete Imprese Italia -aggiunge Vivoli- abbiamo seguito tutto l'iter del Jobs Act in Parlamento, cercando di migliorare l'orientamento e le decisioni della delega proposte all'inizio. Abbiamo sempre chiesto una semplificazione nell'intero sistema delle assunzioni e una maggiore flessibilità sia in entrata sia in uscita".

Del resto, osserva l'imprenditore viareggino, "il modo di lavorare è cambiato e bisogna dare al mondo delle piccole imprese, che rappresenta poi la stragrande maggioranza delle aziende presenti nel nostro Paese, di avere un'elasticità e una gestione del personale con contratti e modi diversi".

Vivoli ricorda che "Confesercenti punta molto sull'apprendistato: nessuno deve dimenticare -ricorda- che è di fatto il titolare dell'azienda che insegna e trasmette le professionalità del suo settore quando assume un giovane".

E proprio il mondo della piccola impresa, aggiunge Vivoli, "è un settore che non licenzia, come dimostrano i dati, perchè una volta formato con sacrifici un collaboratore o un dipendente, non lo si manda via". "Magari si fanno ulteriori debiti -dice- ma si cerca di non perdere il lavoratore perchè è una risorsa importante dell'attività, sia essa turistica o commerciale".

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