L’avvio dell’estate, insolitamente freddo, condiziona l’affluenza ai saldi estivi 2014.
L’avvio dell’estate, insolitamente freddo, condiziona l’affluenza ai saldi estivi 2014. Che fino ad ora hanno mostrato un andamento più lento rispetto alle edizioni precedenti: il 67% degli italiani ha detto di voler partecipare alle vendite di fine stagione di quest’anno, ma solo il 29% lo ha già fatto nelle prime due settimane, mentre il 38% ha detto di voler sfruttare l’occasione nei prossimi giorni. E i commercianti sperano in una ripresa, aiutati dallo ristabilirsi delle condizioni meteo. E’ quanto emerge dall’indagine condotta da Confesercenti con Swg sui consumatori e commercianti in occasione dei saldi estivi 2014.
Il 52% di chi ha acquistato ha dichiarato di aver speso come o di più dello scorso anno, mentre il restante 48% ha ridotto la spesa. In particolare, la maggior parte dei consumatori sembra essersi orientata su acquisti di fascia ‘media’: il 67% ha evidenziato di aver investito in accessori tra i 50 e i 200 euro, per una spesa media di 105,5 euro. Ma appaiono in crescita gli acquisti low-cost: quasi 1 italiano su 4, per ora, ha infatti investito circa 50 euro nei saldi. La maggior parte dei consumatori ha effettuato gli acquisti nei weekend: il 34% nel primo fine settimana, il 36% nel secondo, mentre solo il 30% ha acquistato negli altri giorni.
“Dall’indagine - spiega Roberto Manzoni, presidente di Fismo Confesercenti - emerge che i negozi hanno ancora un’ampia gamma di offerta disponibile, con un buon assortimento, che garantisce la possibilità per i consumatori di fare buoni affari. La partenza dei saldi è stata finora deludente: gli italiani appaiono ancora prudenti, e l’avvio dell’estate, segnato dal maltempo, ha frenato la voglia di rinnovare il guardaroba. La speranza è che, con l’arrivo del caldo, da questo weekend si possa finalmente iniziare a recuperare".
"I commercianti si stanno attrezzando: uno su quattro - assicura - offrirà sconti del 50%, e alcuni imprenditori stanno pensando a sconti speciali per stimolare gli acquisti infrasettimanali e riportare i clienti nei centri urbani. Ma il 56% degli operatori attende dalla politica un intervento per il rilancio dei consumi. E’ infatti prioritario spezzare l’attuale circolo vizioso: i clienti non hanno risorse, e aumentano gli operatori del commercio in sofferenza, soprattutto tra i negozi dei centri urbani. Il risultato è il rischio concreto di vedere accelerare l’emorragia di negozi moda, con la conseguente perdita del saper fare italiano che da sempre contraddistingue la moda Made in Italy”.