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Confessioni di un sommelier: intervista a Paolo Porfidio, Miglior Sommelier d’Italia

12 aprile 2023 | 11.00
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Paolo Porfidio ha un passato da enologo, un presente da sommelier alla Terrazza Gallia dell’Excelsior Hotel Gallia di Milano, coronato dall’ultimo riconoscimento come Miglior Sommelier d’Italia e un futuro ricco di nuove sfide e nuovi obiettivi che ci svela in questa intervista.

Confessioni di un sommelier: intervista a Paolo Porfidio, Miglior Sommelier d’Italia

Paolo Porfidio è ufficialmente tra i nomi di punta della sommellerie italiana, dopo aver ricevuto l’ultimo riconoscimento che si va ad aggiungere al suo già ricco palmares personale: il premio come Miglior Sommelier d’Italia lo scorso 27 marzo in occasione dell’uscita della sedicesima edizione della Guida di Identità Golose.
Milanese, classe 1989 inizia la sua carriera come enologo, per poi diventare sommelier (nel prossimo futuro anche produttore). Ma queste sono alcune delle attività che lo vedono impegnato a tutto tondo nel settore del vino, dove è conosciuto - e riconosciuto - per le sue attività di formatore, consulente, comunicatore e promulgatore di eventi come, ad esempio, lo scorso ottobre con Wine List, l’evento di Milano Wine Week che grazie alla sua collaborazione ha visto la partecipazione di 21 dei migliori sommelier di Milano.

Un professionista garbato ed elegante, mai stanco di continuare ad approfondire tutti gli aspetti del suo grande amore per il vino, che potreste incontrare spesso in Toscana nel prossimo futuro, per la precisione nella zona del Chianti Classico.

Lo abbiamo raggiunto per qualche domanda sul suo lavoro, sul suo percorso e sui prossimi traguardi da raggiungere.

Che significato ha questo nuovo premio a livello personale e professionale?

È un premio molto importante, che mi rende molto orgoglioso. Metto il cuore e la passione in tutto ciò che faccio, il fatto che venga apprezzato e riconosciuto è una grandissima soddisfazione, sono ancora in estasi per la gioia. Questo risultato mi spinge ad affrontare con ancora più grinta tutti gli impegni che mi vedono coinvolto in prima persona: l’importante progetto che stiamo portando avanti con il team di Terrazza Gallia, con i fratelli Lebano ed i fratelli Cerea di DaVittorio con i quali stiamo facendo un ottimo lavoro; le attività di comunicazione per territori, consorzi e produzioni di qualità. Penso che il racconto del vino debba passare dai sommelier, i veri ambasciatori delle cantine. La comunicazione è un momento delicato e fondamentale, e le aziende produttrici iniziano a comprendere l’importanza di affidarsi a professionisti; la formazione, che mi vede impegnato come coordinatore su Milano e provincia per ASPI, al fianco di altri grandissimi professionisti, un incarico a cui tengo molto, così come la formazione negli atenei Universitari. Mai come oggi abbiamo bisogno di personale qualificato, all’altezza di un mercato in grande ripresa ed espansione.

Ultimo, ma sicuramente non per importanza, la mia produzione di vino. Un progetto avviato lo scorso anno nel territorio del Chianti Classico, un sogno che da sempre tenevo chiuso in un cassetto e che finalmente ho deciso di realizzare. Per ora non aggiungo altro, ma sarà qualcosa di davvero grande.
Leggi l'intervista completa su Vendemmie.
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