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Confindustria Alberghi: ecco decalogo a politica per settore dimenticato

16 settembre 2022 | 13.51
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Confindustria Alberghi: ecco decalogo a politica per settore dimenticato

La realtà alberghiera italiana è prima in Europa con oltre 32mila alberghi e circa 1,1 milioni di camere. In termini economici, si parla di 22.375 imprese per oltre 21,1miliardi di euro di fatturato e più di 220.000 occupati. Sono alcuni dei dati che Confindustria Alberghi mette a corredo del decalogo inviato alle forze politiche impegnate nella campagna elettorale per sollecitare azioni incisive a favore del settore alberghiero, centrale rispetto a quell'economia del turismo che vale in Italia il13% del Pil e il 14,7% dell’occupazione. La crisi dell’energia, in assenza di interventi forti e immediati, rischia di costringere alla chiusura moltissimi operatori. In questo quadro così difficile, l'organizzazione confindustriale chiama all’azione i partiti.

Questo il decalogo di Confindustria Alberghi.

Mantenimento del ministero del Turismo: il mantenimento di un dicastero ad hoc con capacità di spesa e bilancio autonomo significa garantire strategie e politiche di medio e lungo periodo per un settore volano produttivo ed occupazionale per il Paese.

Sterilizzazione degli aumenti dei costi energetici: l’aumento esponenziale dell’energia ha raggiunto livelli insostenibili per imprese già provate da due anni di gravissima crisi. È necessario intervenire subito con aiuti adeguati per scongiurare il blocco delle attività.

Aumento delle risorse del Pnrr dedicate ad alberghi e turismo: il turismo genera il 13% del Pil, ma il Pnrr dedica al settore poco più dell’1% delle risorse complessive. È necessario potenziare queste risorse, anche attingendo a capitoli del piano destinati a rimanere disattesi.

Sostegno a riqualificazione e transizione energetica: mercato e crisi energetica impongono di accelerare gli interventi di riqualificazione anche ai fini della transizione ecologica. È necessario intervenire subito con semplificazioni amministrative e incentivi.

Rimodulazione Imu per gli immobili alberghieri: i livelli di Imu raggiunti nella maggior parte dei comuni non sono più accettabili. È necessaria una sostanziale rimodulazione dell’imposta che tenga conto del fatto che l’immobile alberghiero è un bene strumentale.

Rimodulazione della Tari: analogamente è necessaria una profonda rimodulazione della Tari che grava in modo iniquo sugli alberghi, in quanto commisurata ai mq anziché ai volumi di rifiuti effettivamente prodotti.

Valorizzazione dell'occupazione e della formazione nel settore: con la crisi Covid il settore ha perso occupati e attrattività. Il rafforzamento del dialogo scuola-impresa e la formazione sempre più dinamica e mirata, devono diventare i pilastri del rilancio.

Riduzione cuneo fiscale. Sempre e tanto più nella attuale fase economica, è necessario ridurre il cuneo fiscale nella sua componente contributiva in modo tale da aumentare il potere d’acquisto dei salari e ridurre il costo del lavoro.

Tutela speciale delle concessioni balneari funzionali all'albergo. Nel ridisegno delle concessioni balneari è necessario prevedere specifiche tutele e valorizzazioni per tutte quelle casistiche in cui la concessione balneare è infungibile e funzionale all’investimento alberghiero.

Trasparenza dell'offerta e contrasto all’abusivismo. Grandi piattaforme e nuove forme di accoglienza sono fenomeni importanti, ma cresciuti senza regole. È ormai indifferibile un intervento di riordino per garantire liceità e trasparenza dell’offerta.

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