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Confindustria Moda invia al governo sua ricetta anticrisi

11 ottobre 2022 | 15.37
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Da price cap energia a formazione, 6 richieste al nuovo esecutivo dalla Federazione preoccupata per tenuta filiera. Botto Poala: "Sfida complessa, importante fare squadra"

Il presidente di Confindustria Moda, Ercole Botto Poala
Il presidente di Confindustria Moda, Ercole Botto Poala

Sei "urgenze", messe nero su bianco, e indirizzate al prossimo governo, perché il settore della moda italiana "può essere il traino dell'economia ma è fondamentale un supporto alle imprese da parte del nuovo esecutivo". E' la richiesta di Confindustria Moda, la Federazione che con le associazioni confederate (tra cui Smi, Assopellettieri, Anfao ed Assocalzaturifici) rappresenta un totale di circa 60mila imprese per quasi 600mila lavoratori, preoccupata per la tenuta della filiera e delle imprese che rappresenta in questo contesto di crisi energetica.

"Oggi ci sono delle urgenze e abbiamo bisogno di un governo che pianifichi. La sfida che abbiamo davanti è tra le più complesse mai viste - afferma il presidente di Confindustria Moda, Ercole Botto Poala incontrando a Milano la stampa -. Abbiamo elencato in 6 punti quello che crediamo sia importante per la nostra industria e per il Paese. Come ha detto anche il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, senza industria non c’è un Paese. Noi siamo un Paese manifatturiero, dobbiamo avere un governo che intervenga su alcuni punti. Dobbiamo fare squadra tra di noi ed essere uniti. Ci sono tematiche che pendono sulla nostra testa e possono diventare determinanti per il Paese in modo positivo o negativo".

Le tematiche su cui si richiede un intervento "rapido e deciso" delle istituzioni governative e sulle quali "è di fondamentale importanza che il futuro governo agisca in maniera prioritaria" sono sei. Si parte dal contrasto al caro energia, tema per il quale Confindustria Moda chiede di "riformare in tempi rapidi il mercato energetico, slegando il prezzo dell'energia elettrica da quello del gas e mettendo un tetto al prezzo del gas". Se non si dovesse riuscire a procedere a livello di Unione Europea, rimarca la Federazione, "sarà fondamentale agire a livello italiano".

Il secondo tema riguarda l'integrazione per gli stipendi dei dipendenti. Confindustria Moda chiede di estendere anche al 2023 la possibilità per le imprese di erogare, su base volontaria, fino a 100 euro/mese aggiuntive alla normale retribuzione dei dipendenti, totalmente esenti da ritenute fiscali e contributive. Questo per contribuire al contrasto degli aumenti del costo della vita dovuto all'inflazione. La Federazione mette quindi l'accento sulla tematica dell'internazionalizzazione, chiedendo di "consolidare i sostegni economici per la partecipazione delle imprese italiane di tutto il Tessile, Moda e Accessorio alle manifestazioni internazionali e a quelle patrocinate dal sistema delle imprese", e "rafforzare il coordinamento tra Ice Agenzia e le associazioni nazionali di categoria per la messa a punto di strategie per la promozione del made in Italy sui mercati internazionali".

Al centro delle richieste anche la digitalizzazione e sostenibilità. Confindustria Moda chiede di "tornare a finanziare il piano Industria 4.0 e il Transizione 4.0, che hanno portato a una maggiore competitività internazionale dell'intero settore. Per far fronte alle nuove sfide di mercato sono necessari ulteriori investimenti in tecnologie digitali abilitanti prioritarie, come quelli in sistemi di efficientamento energetico, autoproduzione ed economia circolare".

Il futuro governo è chiamato inoltre a rispondere al tema del credito d'imposta per campionari e collezioni. "Mantenere quanto già riconosciuto dal Mise per il credito di imposta, ovvero l'equiparazione della ricerca e sviluppo di nuovi design e nuove collezioni del settore Tessile, Moda e Accessorio a quella tecnico/scientifica, in modo che le attività di ideazione dei campionari continuino a poter beneficiare della misura del credito d'imposta che offre un ulteriore elemento di competitività alle imprese a livello internazionale".

Infine capitolo formazione, la Federazione chiede di valorizzare quella tecnico-scientifica, riducendo il gap fra la domanda del mondo del lavoro e l'offerta del sistema formativo. "In questo modo - si sottolinea - si ridurrà la disoccupazione giovanile e diminuiranno i fenomeni di dispersione scolastica". Per Botto Poala, "serve una formazione più tecnica - rimarca - dobbiamo fare sistema per valorizzare questo aspetto ma è importante anche la riqualificazione delle persone: da una parte dobbiamo formare i giovani e dall’altra i lavoratori, perché le esigenze di mercato cambiano".

Sul tema formazione Confindustria Moda chiede inoltre "continuità" con quello che è stato fatto finora, "soprattutto con il ministro Bianchi c’è stato un ottimo percorso e speriamo di continuare su questa strada - osserva Botto Poala. Abbiamo visto che la rete Tam (la rete nazionale degli istituti dei settori tessile abbigliamento e moda) funziona". Le richieste indirizzate al nuovo esecutivo, conclude Botto Poala, "vanno nell'ottica di concentrare la spesa su azioni in grado di garantire un ritorno economico strategico per tutta l'Italia. Da Nord a Sud, infatti, i nostri distretti ricoprono tutto lo stivale e, se messi nelle condizioni, saremo un motore per lo sviluppo inclusivo di tutto il Paese".

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