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Confindustria rialza stime pil. Squinzi: "Ora misure ambiziose"

17 settembre 2015 | 16.38
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FOTO GRAVILI/INFOPHOTO - INFOPHOTO
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L'economia italiana riparte e cresce più del previsto. Dopo la lunga serie di segni meno, quest'anno il pil registrerà un incremento dell'1% per consolidarsi ancora, nel 2016, con un aumento dell'1,5%. Una crescita che avrà un impatto positivo sull'occupazione con la creazione di 500 mila posti di lavoro nel biennio. Volge al sereno il barometro del Centro Studi di Confidustria, che, nel rapporto presentato oggi, rivede al rialzo le stime dello scorso mese di giugno che, invece, parlavano di una crescita dell'0,8% quest'anno e dell'1,4% il prossimo.

Segnali positivi che, però, non consentono di abbassare la guardia anche perché la risalita per tornare ai livelli pre crisi è ancora molto lunga e impervia e carica di incognite, come i rischi, a livello globale, di un rallentamento delle economie dei Paesi emergenti, Cina in primis. Ma, soprattutto, perché a riaccendere il motore della crescita sono per lo più fattori esogeni, che vanno dal calo del prezzo del petrolio, al cambio dell'euro, al quantitative easing della Bce, alla riaccelerazione del commercio mondiale. Spinte una tantum, il cui beneficio congiunturale si può esaurire nell'arco di due anni. Insomma, in questa fase, il Paese sembra brillare "più di luce riflessa che di meriti propri".

E di questo è ben consapevole il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. "Lo stellone italico è tornato a brillare e ne siamo orgogliosi. Ma sarebbe incauto affidare il nostro destino e quello dei nostri figli alla fortuna", dice commentando i dati del Csc, convinto "l'economia italiana possa imboccare una strada di cambiamento". E dopo le misure già varate, il Governo, incalza Squinzi, ha ora un'importante occasione con l'imminente varo della Legge di Stabilità di mettere in campo "politiche e provvedimenti ambiziosi".

L'economia italiana è, dunque, in una fase cruciale. Il centro studi di Viale dell'Astronomia non parla di ripresa quanto piuttosto di recupero. E questo recupero è ancora "debole e fragile". Per questo, i riflettori di Viale dell'Astronomia sono tutti puntati al banco di prova rappresentato della legge di stabilità. "L'economia sta ripartendo ma ha bisogno di un forte slancio che può provenire solo da politiche e provvedimenti ambiziosi", è la richiesta che avanza il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi.

"Investimenti, pubblici e privati, il cuneo fiscale e contributivo che grava sul costo del lavoro, la ricerca e l'innovazione, l'internazionalizzazione delle imprese: puntare su questi capitoli non è una ricetta magica ma una strategia articolata in grado di rimettere in moto la crescita", dice il leader degli industriali annunciando che Confindustria presenterà le proprie proposte per sostenere la crescita in un arco temporale di medio-lungo termine. Secondo Squinzi, "la legge di stabilità può essere un veicolo straordinario" per andare in questa direzione. "Si tratta di dare stabilità - incalza - al quadro di riferimento in cui si inseriscono le decisioni degli operatori per infondere fiducia e migliorare le aspettative, attuando e confermando le misure già varate".

Intanto, Squinzi non perde l'occasione di replicare, a caldo, alla Cgil secondo la quale le proposte avanzate da Confindustria in materia di contrattazione sono il pretesto per tagliare i salari. "La signora Camusso e gli altri segretari generali lo sanno benissimo. Il nostro obiettivo non è quello di ridurre i salari ma assicurare più competitività alle imprese. Non vogliamo - puntualizza Squinzi - bloccare i rinnovi ma vogliamo fare subito le regole per i nuovi contratti per agganciare la ripresa".

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