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Confindustria taglia stime crescita, 55% reddito famiglie a tasse e contributi

16 dicembre 2015 | 12.09
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FOTO RAVAGLI/INFOPHOTO - INFOPHOTO
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Confindustria rivede al ribasso le stime per il Pil reale elaborate in settembre: +0,8 da +1,0% nel 2015 e +1,4% da +1,5% nel 2016. La differenza è dovuta, spiega il Csc, ai nuovi profili trimestrali, diffusi dall'Istat in dicembre, che hanno peggiorato di un decimo di punto (a -0,1%) il trascinamento dal 2014 al 2015, e a un terzo trimestre meno positivo di quanto atteso (+0,2% rispetto a +0,4%) che abbassa anche il trascinamento ereditato dal 2016. La variazione acquisita al terzo trimestre 2015 e' pari a +0,6%; con l'incremento congiunturale previsto dal Csc per il quarto è tenuto conto del differente numero di giorni lavorativi, 3 in più quest'anno rispetto al 2014, che incidono per +0,12 punti, la variazione media annua nel 2015 si attesta a +0,8%. Per il 2017 è atteso invece un incremento del pil dell'1,3%.

In questo scenario, gli interventi più significativi si possono fare sul terreno fiscale. Il Csc ha calcolato in un 3,1% di maggiore Pil e in oltre 335 mila occupati aggiuntivi il beneficio del dimezzamento dell'evasione accompagnato dalla restituzione ai contribuenti, attraverso l'abbassamento delle aliquote, delle risorse riguadagnate all'erario. Si tratta di cifre considerevoli. Il Csc stima che in Italia l'evasione fiscale e contributiva ammonti a 122,2 miliardi di euro nel 2015, pari al 7,5% del Pil. Al fisco vengono sottratti quasi 40 miliardi di Iva, 23,4 di Irpef, 5,2 di Ires, 3,0 di Irap, 16,3 di altre imposte indirette e 34,4 di contributi previdenziali.

Anche perché le tasse continuano ad essere la principale voce di spesa. Nel 2015 una famiglia composta da una coppia di lavoratori dipendenti con un figlio in età scolare, destina il 54,9% del reddito al pagamento dei contributi sociali e delle imposte, dirette e indirette. L'esborso più sostanzioso e' effettuato direttamente con le trattenute sulla busta paga, comprese quelle che non ivi figurano perché a carico del datore di lavoro. A fronte un costo del lavoro dipendente pari a circa 73 mila euro annuì, il 35,2% e' destinato ai contributi (di cui il 28.4% a carico del datore di lavoro) e il 13% per il pagamento dell'Irpef, comprensiva di addizionale e comunale.

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