“Se questa è una rivoluzione della P.a., di sicuro abbiamo idee diverse su quello che significa fare riforme e fare rivoluzioni”. Così Massimo Battaglia, segretario generale della Federazione Confsal-Unsa, commenta l’incontro di ieri con i sindacati, in cui il ministro Madia ha illustrato le iniziate del governo in materia di pubblico impiego. “Il ministro ha dichiarato che una parte delle novità che saranno adottate sono una risposta alle richieste della gente. Eppure, sembra che la Madia e la classe politica non abbiano affrontato questioni molto più importanti che da anni vengono poste dai cittadini e dai dipendenti pubblici”, sottolinea Battaglia.
“Ci aspettavamo ad esempio - prosegue - che nel decreto in discussione oggi in Consiglio dei ministri si fossero affrontate anche queste domande della gente: ‘il ministro Madia + altri 944 parlamentari, si sono ridotti lo stipendio?; perché ancora i partiti godono di un finanziamento pubblico malgrado le chiare indicazioni referendarie?; perché ci sono ancora così tante tasse che gravano sulle buste paga dei lavoratori pubblici, che hanno ancora stipendi bloccati ai valori del 2010 e contratti scaduti dal 2009?; dove sono i veri tagli agli sprechi della P.a., che sottraggono risorse fresche da destinare al rilancio della pubblica amministrazione?; i lavoratori pubblici dove sono in questa riforma?”.
“I dipendenti pubblici su invito della Confsal-Unsa -conclude Battaglia- stanno inviando queste domande alla casella di posta ministropa@governo.it, mail del ministro per la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia”.