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Pa: Confsal-Unsa, in decreto pochi miglioramenti, restano criticità

28 luglio 2014 | 14.42
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Il commento del segretario generale Massimo Battaglia.

Pa: Confsal-Unsa, in decreto pochi miglioramenti, restano criticità

"Dopo il lavoro nelle commissioni, oggi il decreto legge n.90/14 sulla riforma P.a. arriva in discussione all’Assemblea della Camera, purtroppo con poche migliorie rispetto al testo originario". Lo afferma Massimo Battaglia, segretario generale della Federazione Confsal-Unsa. "Questo decreto - sostiene - non è una riforma vera e propria, né tanto meno una rivoluzione. È uno spot, uno strumento per consentire al governo di poter affermare di aver affrontato anche la questione del lavoro pubblico. Poche infatti sono le cose di contenuto presenti nel testo del decreto legge e ancora meno sono le migliorie realizzate nel lavoro in commissione".

"Pur ribadendo in ogni caso la contrarietà a forme di mobilità coatta, giudichiamo positivamente - ammette - la novità introdotta in commissione secondo cui i genitori con prole sotto i tre anni, e i soggetti beneficiari della legge 104/92, potranno essere spostati di sede solo previo consenso. Riteniamo corretta l’introduzione della consultazione con i sindacati per la fissazione dei criteri legati alla mobilità, poiché tale passaggio preliminare, seppure non sufficiente, è volto a introdurre un sistema di partecipazione dei lavoratori alla procedura di mobilità".

"E’ stato limitato, ma purtroppo non eliminato del tutto, il rischio di demansionamento per quei dipendenti in esubero, che, per facilitare la conservazione del posto di lavoro, potranno essere ricollocati a un livello inferiore, e non più, rispetto a quello posseduto", sottolinea.

"Siamo soddisfatti per la decisione - prosegue il segretario generale - di non chiudere 5 sezioni distaccate dei Tar, rispetto alle 8 chiusure previste, mentre occorreva più coraggio per realizzare un vero turn over capace di dare slancio a una delle pubbliche amministrazioni più vecchie d’Europa".

"Però devo constatare per ruolo, onestà intellettuale e senso di responsabilità, mettendoci la faccia, che, nel silenzio generale anche di forze sindacali importanti, è confermato il dimezzamento dei permessi e dei distacchi sindacali, che mina il principio del pluralismo sindacale, poiché permette solo ai sindacati con più risorse di mantenere un’adeguata la presenza sul territorio a difesa dei colleghi", dice.

"In sostanza - conclude Battaglia - il giudizio complessivo sul decreto rimane negativo, salvo limature di contorno. Non vedo nessun risultato positivo raggiunto che possa servire a rilanciare la P.a. e farla essere volano della ripresa del Paese. Rimaniamo però, come sempre, disponibili a dialogare col governo augurandoci che cambi completamente indirizzo e trasformi le buone dichiarazioni iniziali, come quella del presidente del Consiglio Renzi sulla necessità di ripartire dalla centralità del lavoratore pubblico per attuare una riforma, in concrete norme di legge".

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