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Confsal Unsa, su blocco contratti P.a. Tribunale Ravenna ci dà ragione

03 marzo 2014 | 12.56
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Confsal Unsa, su blocco contratti P.a. Tribunale Ravenna ci dà ragione

Roma, 3 mar. (Labitalia) - "Il Tribunale di Ravenna ha riconosciuto fondata la questione di illegittimità costituzionale del blocco degli stipendi dei lavoratori pubblici, sollevata dal sindacato Unsa nella persona del suo segretario generale, Massimo Battaglia, e dai lavoratori del ministero della Giustizia, tutelati in giudizio dall'avvocato Pasquale Lattari, responsabile dell'Ufficio legale dell'Unsa". Lo comunica il la Confsal Unsa in una nota.

"Il giudice di Ravenna, nel rinviare la questione alla Corte Costituzionale, ha accolto -spiega- il nucleo centrale del ricorso, vale a dire l'incidenza del blocco contrattuale sul principio di adeguatezza e proporzionalità della retribuzione, previsti dall'articolo 36 della Carta, stante il perdurante crescere del costo della vita e dell'inflazione che di fatto hanno decurtato lo stipendio percepito dai lavoratori pubblici, e visto il blocco del turn over che in seguito ai pensionamenti ha provocato un aumento di carico di lavoro in capo agli operatori in servizio cui non ha avuto riscontro alcun adeguamento stipendiale".

"Quest'ennesima ordinanza di incostituzionalità - dichiara il segretario generale della Confsal Unsa, Massimo Battaglia - non può passare sottotraccia, ma deve entrare urgentemente nell'agenda politica del governo e all'attenzione dei media. In gioco c'è il destino di tre milioni di lavoratori dell'ormai ex ceto medio e delle loro famiglie, che non possono più aspettare".

Il segretario generale, quindi chiede "a Renzi e Madia subito l'apertura dei contratti" e aggiunge: "Non devono aspettare di essere condannati dalla Corte costituzionale, perché la politica deve lanciare un segnale forte a tutto il Paese. Non si può perennemente chiedere alla Corte di essere l'unico baluardo della legalità. Occorre che la politica torni a stare con la gente e tra la gente e tre milioni di lavoratori sono una parte importante di questo Paese".

"Se più di un Tribunale afferma, con ordinanze, che questa anomalia di bloccare i contratti con atti di forza di legge non può essere più seguita perché incostituzionale, allora questo governo deve tirarne le conseguenze. L'Unsa, in qualità di sindacato rappresentativo e ricorrente, se a breve non ci saranno risposte in merito agli stipendi dei dipendenti pubblici, scenderà nuovamente in piazza per difendere il diritto dei lavoratori a vivere una vita non nell'indigenza", avverte.

"E in piazza ci saranno non solo le persone e le bandiere, ma migliaia di copie delle ordinanze dei giudici che ritengono fondata la nostra pretesa. Se questo governo ritiene che la magistratura non sia uno strumento politico, ma uno strumento di legalità, allora dia immediate risposte politiche ed economiche alla gente che le aspetta da anni", conclude.

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