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Rifiuti: Conou, dal 1984 preserviamo territorio da inquinanti pericolosi

04 aprile 2019 | 15.51
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Rifiuti: Conou, dal 1984 preserviamo territorio da inquinanti pericolosi

''Cerchiamo di preservare il territorio da inquinanti come l’olio usato, l’usato minerale, quello delle nostre autovetture e degli impianti industriali. Lo facciamo perché l’economia circolare in qualche maniera fa parte del nostro modo di lavorare. Noi raccogliamo per restituire nuovi prodotti, riciclando completamente quello che raccogliamo. Siamo entrati in questo sistema prima degli altri. Abbiamo consuntivato dei dati che sono i migliori a livello europeo'', ha spiegato Paolo Tomasi, presidente 'Conou', il Consorzio per la gestione, la raccolta e il trattamento degli oli minerali usati, presente alla due giorni della seconda edizione del 'Forum nazionale sull’economia circolare' in corso a Napoli, tra le sale del Complesso di Santa Maria la Nova, nel cuore del centro storico della città (VIDEO).

“Si tratta di raccogliere un rifiuto pericoloso – ha aggiunto Tomasi – un rifiuto che lasciato nel terreno può inquinare la falda freatica, entrare nel ciclo biologico dell’uomo. C’è da fare attenzione. Dal 1984 il nostro Consorzio lavora al servizio dei cittadini ma non solo. Siamo il più vecchio Consorzio ambientale. Lavoriamo attraverso 70 imprese di raccolta che operano su tutto il territorio nazionale. Abbiamo tre impianti di rigenerazione in Italia, di cui uno proprio a Napoli. Il loro ruolo è quello di ricevere il rifiuto e trasformarlo in un prodotto da riutilizzare”.

“Da una rigenerazione – ha continuato il presidente 'Conou' – vengono tre tipologie di prodotti: un olio base, che è quello che servirà a costruire un nuovo lubrificante, il bitume e il gasolio che sono perfettamente uguali a quelli derivanti dalla lavorazione di un greggio. In pratica – ha spiegato ancora Tomasi – attraverso questa operazione recuperiamo materia prima. La stessa materia prima che ha consentito all’Italia di ridurre la sua dipendenza dalle importazioni di circa 3 miliardi di euro”.

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