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Consiglio Ue, Meloni: "Italia protagonista summit. Non c'è Europa serie A e B"

10 febbraio 2023 | 13.58
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Premier: "Ue compatta, al fianco Kiev per tutto tempo e strumenti necessari. Problema non è esclusi da Macron ma aver indebolito forza Ue"

Consiglio Ue, Meloni:

"Sono molto contenta dei risultati ottenuti dall'Italia" in questo Consiglio europeo del quale è stata protagonista". "Sono estremamente soddisfatta degli importantissimi passi in avanti che ritengo l'Unione europea e il Consiglio europeo abbiano fatto su alcune materie, che erano particolarmente delicate nella discussione che si teneva ieri". Così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in conferenza stampa a Bruxelles, sottolineando che non "non c'è un'Europa di serie A e B".

Nelle conclusioni del Consiglio europeo c'è "la conferma del pieno sostegno alla causa Ucraina, alla sovranità, alla libertà del popolo ucraino. E' stato ribadita a 360 gradi non solo la compattezza dell'Europa, ma anche il fatto che l'Unione Europea intende rimanere al fianco dell'Ucraina per tutto il tempo che sarà necessario e con tutti gli strumenti che saranno necessari". Lo dice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in conferenza stampa a Bruxelles all'indomani del Consiglio Europeo.

"Da questo punto di vista - continua - l'Italia ha tenuto sempre una posizione estremamente chiara, estremamente coerente. Il nostro impegno a sostegno all’Ucraina è un impegno a 360 gradi: c’è un impegno che riguarda il fronte finanziario, umanitario, civile, militare. Anche ieri con il presidente Voldymyr Zelensky, con il quale ho parlato, abbiamo ribadito questa nostra piena disponibilità. Era importante che, al di là dei singoli Stati, lo facesse il Consiglio Europeo nel suo complesso".

Tornando sulle tensioni di ieri: "Il problema non è esclusi da Macron ma aver indebolito la forza dell'Ue". "Se invitata avrei mosso dubbi, serve compattezza", ha aggiunto.

AIUTI DI STATO - Le conclusioni del Consiglio Europeo aprono a un "allentamento" delle regole Ue in materia di aiuti di Stato, ma "circoscritto, temporaneo e limitato", mentre, dall'altra parte, l'Italia ha ottenuto che venisse esplicitamente menzionata nel testo la "flessibilità" nell'uso dei fondi Ue già esistenti, ha spiegato quindi Meloni all'indomani del summit, terminato a notte fonda, che sui temi economici ha sancito il compromesso i cui termini erano già emersi nei giorni precedenti.

"C’è una discussione -ha detto - che riguarda il tema dell’allentamento degli aiuti di Stato, particolarmente richiesto da alcune nazioni che hanno un maggiore spazio fiscale, che quindi allentando le norme sugli aiuti di Stato possono con maggiore facilità aiutare le loro imprese. Ovviamente, è una soluzione che rischia di avere delle conseguenze che bisogna monitorare in termini di tenuta del mercato unico, in termini di pari condizioni per le altre nazioni. E' una questione che l’Italia ha ampiamente posto, chiedendo che l’allentamento degli aiuti di Stato fosse circoscritto, temporaneo e limitato e, in secondo luogo, che vi fossero anche la capacità di dare a un problema europeo una risposta europea".

"Perché l’allentamento degli aiuti di Stato - ha continuato - rischia di essere una risposta nazionale ad un problema europeo. Per questo abbiamo chiesto che la Commissione faccia una proposta su un Fondo sovrano europeo, cioè su un fondo dedicato alla sovranità strategica dell’Unione Europea". E' un elemento che "entra nelle conclusioni del Consiglio. Ma siamo anche consapevoli di come un fondo del genere richieda del tempo. E noi non abbiamo tempo: quindi, ci siamo interrogati su come si potesse anche per le nazioni che hanno un minore spazio fiscale creare uno spazio fiscale". Ed è proprio "quello che siamo riusciti a ottenere nelle conclusioni di questo Consiglio. La proposta italiana era, oltre a quella del fondo sovrano, la possibilità di una flessibilità sui fondi esistenti. Vale a dire: noi abbiamo dei fondi attualmente già stanziati, che vanno da RePowerEu al Next Generation Eu, passando per i fondi di coesione. Quello che abbiamo chiesto - ha concluso - è la possibilità di utilizzare appieno queste risorse, per concentrarle" sulle priorità attuali.

Guardando alle conclusioni del Consiglio Europeo, "penso che dobbiamo essere soddisfatti del risultato" in materia di "immigrazione". Su questo, "la giornata di ieri stabilisce un principio, e cioè che si cambia l'approccio del Consiglio Europeo". Quello che c'è nelle conclusioni dei 27, continua Meloni, "è molto diverso da quello che noi abbiamo visto negli ultimi anni. L'approccio che il Consiglio Europeo mette nero su bianco nella giornata di ieri parte da una frase che non si era mai riusciti a mettere su un documento: 'l'immigrazione è un problema europeo e ha bisogno di una risposta europea'". "Questo, dal mio punto di vista - prosegue Meloni - cambia moltissime cose nell'approccio europeo alla questione migratoria. Ma ovviamente non è l'unico risultato che abbiamo portato a casa: noi ci siamo concentrati sulla necessità, ovviamente, di seguire e di occuparsi della protezione delle frontiere esterne". "Negli anni scorsi", invece, "tutto il dibattito era concentrato sul tema della dimensione interna, dei cosiddetti movimenti secondari. Noi abbiamo chiesto e ottenuto che le conclusioni del Consiglio Europeo si concentrassero sulla dimensione esterna, quindi sulla protezione dei confini esterni dell'Unione Europea". Questo, continua, "tenendo conto della differenza che esiste tra quei confini e la specificità dei confini marittimi. Tutte queste cose si trovano nelle conclusioni del Consiglio Europeo. Quindi rispetto al passato, nel quale abbiamo visto attenzione per governare i flussi migratori che arrivavano da est, la famosa rotta balcanica", viene indicata "la priorità della rotta del Mediterraneo centrale, il piano d’azione della Commissione sul Mediterraneo centrale".

MIGRANTI - Per gestire le migrazioni irregolari in Europa, sottolinea Meloni, "prima di ragionare dei movimenti interni, dei movimenti secondari, si deve lavorare insieme sui movimenti primari". Secondo Meloni, "per combattere, per frenare i movimenti illegali, si deve considerare la specificità del confine marittimo, e in particolare della rotta del Mediterraneo centrale". Serve "una maggiore cooperazione: significa risorse" per lavorare con "i Paesi di provenienza e i Paesi di transito. Il lavoro che stiamo facendo sull'Africa, che oggi sta facendo soprattutto l'Italia, è un lavoro sul quale noi vorremmo ingaggiare l'Unione Europea nel suo complesso". Oggi l'Africa, aggiunge, "è un continente che offre moltissime opportunità, anche rispetto alle difficoltà che l'Europa sta incontrando. Penso al tema energetico, e non ci torno sopra perché ne abbiamo parlato tante volte".

"Crediamo che - aggiunge Meloni - collaborando meglio con queste nazioni, si possano anche combattere i flussi illegali e segnatamente i trafficanti di esseri umani". In questo modo si potrebbe "governare l'immigrazione, consentendo alle persone di entrare in Europa secondo flussi che sono definiti dai Paesi membri in modo legale. Io continuo a ritenere che non sia umano mettere il tema dell'immigrazione in mano a dei trafficanti". In questo ambito, prosegue, rientra il rapporto "con chi è impegnato nelle attività di Search and Rescue, cioè di salvataggio". "Questo tema nelle conclusioni del Consiglio Europeo" è presente e "anche qui è abbastanza una novità che se ne discuta, nell'ottica di regolamentare il funzionamento di queste attività".

Nelle conclusioni del Consiglio Europeo figura anche "il tema dei rimpatri", per "rafforzare la capacità dell’Unione Europea di rimpatriare chi non ha diritto a stare in Europa". Una cosa "molto importante, che è stata oggetto di ampie consultazioni con gli altri Paesi membri, è che non si può trattare il tema dei movimenti secondari se non si tratta il tema dei movimenti primari. Mi pare che ci siano almeno 7-8 proposte italiane che entrano" nelle conclusioni del summit.

MES - La mancata ratifica del Mes da parte dell'Italia è stata affrontata nel Consiglio straordinario Ue, che si è concluso nella notte? "No, nel dibattito non è uscita la questione del Mes" precisa.

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