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Consip, chiesta condanna disciplinare per Woodcock

07 febbraio 2019 | 19.43
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(Fotogramma/Ipa) - FOTOGRAMMA
(Fotogramma/Ipa) - FOTOGRAMMA

Condannare alla sanzione della censura il pm napoletano John Woodcock e a quella dell'ammonimento la sua collega Celestina Carrano. E' la richiesta formulata dal sostituto procuratore generale della Cassazione, Mario Fresa, nel corso dell'udienza del processo disciplinare al Csm a carico dei due pm napoletani titolari dell'inchiesta Consip, accusati di violazione dei diritti di difesa nei confronti dell'ex consigliere di Palazzo Chigi Filippo Vannoni, non iscritto nel registro degli indagati e interrogato come teste senza l'assistenza di un avvocato. A Woodcock è anche contestata un'intervista rilasciata a 'Repubblica' contravvenendo al dovere di riserbo. Per Woodcock sono stati confermati tutti i capi di incolpazione, per Carrano è stata chiesta la sanzione per la mancata iscrizione di Vannoni nel registro degli indagati e l'assoluzione per le modalità con cui era stato condotto l'interrogatorio.

''Ho sempre cercato di accogliere le parti private nelle vicende processuali con il sorriso, ho sempre pensato che il potere legato a questo mestiere debba essere esercitato con responsabilità e ho sempre immaginato l'angoscia e l'imbarazzo che prova chi entra in un palazzo di giustizia'' ha detto Woodcock rendendo dichiarazioni spontanee durante l'udienza al processo disciplinare al Csm. Woodcock ha ricordato che ''Vannoni arrivò sconvolto e trafelato'' e che per metterlo a suo agio ''gli chiesi se voleva acqua, andare in bagno o a fare un giro''. In generale ''abbiamo fatto il nostro lavoro in un contesto ordinario, ricordandogli che aveva l'obbligo di dire la verità''. Quanto alla scelta di non iscrivere Vannoni nel registro degli indagati ha chiarito che era stata ''una decisione presa dopo un lungo ragionamento, basata su considerazioni sostanziali e formali''. Riguardo all'intervista a 'Repubblica', il pm ha spiegato che ''si era trattato di una conversazione salottiera" con una giornalista ''amica da 20 anni'' che gli aveva assicurato che non l'avrebbe mai pubblicata. Per questo ''lo considero davvero un tradimento".

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