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Consulenti lavoro, Jobs act non risolutivo problemi occupazionali Paese

20 maggio 2014 | 10.32
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Consulenti lavoro, Jobs act non risolutivo problemi occupazionali Paese

Roma, 20 mag. (Labitalia) - "La versione finale del primo atto del Jobs act non suscita grandi entusiasmi. Va certamente nella direzione di una maggiore flessibilità, quanto mai necessaria in un momento di grande incertezza per le aziende, ma non può essere risolutiva dei problemi occupazionali del paese". Lo scrive su 'Italia Oggi' Rosario De Luca, presidente della Fondazione studi dei consulenti del lavoro. "A un imprenditore già provato da anni di crisi concreta e brutale - avverte - che riesce a far ripartire in qualche modo l'operatività della propria attività, non si può proporre come modello il lavoro a tempo indeterminato. Da una situazione di crisi si esce per gradi, magari passando da fasi intermedie dove il modello più utile e più facilmente applicabile è quello a tempo determinato".

"E' dal lavoro autonomo - sostiene De Luca - che nasce il lavoro dipendente e non viceversa. Ecco che sarebbe un toccasana intervenire sul patto di stabilità che vincola tutti i comuni, anche quelli virtuosi, penalizzati oltremodo e impediti a utilizzare i milioni di euro che sono costretti a tenere immobilizzati. Quante piccole e medie aziende potrebbero avere nuovi lavori, che i comuni hanno bisogno di fare ma che non possono avviare per questa assurda norma".

"Basterebbe dare il via libera - auspica - a quelli virtuosi, riservando l'obbligo del rispetto del patto di stabilità per chi non ha ben amministrato. Come pure sarebbe utile riavviare le grandi opere pubbliche, finanziandole con la soppressione di qualche inutile Authority e qualche spreco in meno. Tutte attività che rimetterebbero in moto l'edilizia, vero motore della nostra economia, visto che tra attività dirette e dell'indotto ha la capacità di incidere positivamente su numerosi comparti. E poi sul medio periodo è necessario riportare alla gestione statale le risorse che la maggior parte delle Regioni hanno dimostrato di sapere solo sperperare. Per questo è necessario riportare le lancette della nostra Costituzione a prima della riforma del titolo V, che è forse il vero motivo di tanti costi pubblici inutili e improduttivi".

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