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Consulta, Travaglio: "Preferirei il carcere che pagare multa a delinquente"

22 giugno 2021 | 20.39
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"Un giornalista potrebbe non lavorare più o anche dover pagare un anno di stipendio" dice all'Adnkronos

(Fotogramma)
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“È un falso problema, sarebbe un carcere finto, e io preferirei farmi una settimana di galera piuttosto che pagare una multa salata a un delinquente a cui magari ho fatto una critica eccessiva”. Marco Travaglio parla con l’Adnkronos della decisione che la Corte Costituzionale dovrà prendere oggi sulla legittimità della pena detentiva per la diffamazione a mezzo stampa, spiegando che “se la multa se la prende un quotidiano è possibile che il giornale fallisca, se la prende un giornalista potrebbe non lavorare più o anche dover pagare un anno di stipendio. A questo punto, preferisco la detenzione...”.

“Il tema vero – prosegue il direttore del Fatto Quotidiano - è quello di confondere l’opinione con il dire deliberatamente falsità: ma io devo poter criticare chi mi pare e questo mio diritto è maggiormente valido se chi critico sta in alto. E poi, come si permette un giudice di stabilire se la mia critica è eccessiva? L'unica cosa su cui il magistrato deve intervenire è sulle falsità. E invece, opinioni e diffamazioni le mettiamo nello stesso calderone”.

“Per quanto riguarda il reato di diffamazione – dice ancora Travaglio - dovrebbe esserci il dolo e la reiterazione perché sia tale. Un errore, una svista, può capitare e si risolve con la rettifica. Bisogna distinguere le due cose e dev’esserci gradualità anche nella pena: un fatto è se dici una cosa sbagliata e poi la correggi. Un altro è se menti reiteratamente, in maniera dolosa, se fai una campagna diffamatoria contro un galantuomo: allora sì che devi finire in galera”.

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