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Conte: "In Paese giusto no tagli a scuola, ricerca e sanità"

04 ottobre 2019 | 13.04
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Il premier ad Assisi per la celebrazioni per San Francesco: "Meno tasse per gli onesti". E annuncia "svolta" ambientalista nell'azione di governo

(Foto Presidenza del Consiglio)
(Foto Presidenza del Consiglio)

Nell’azione di governo "vogliamo imprimere una svolta" e "abbiamo usato l'espressione inglese del green new deal: pensiamo alla tutela all'ambiente come una vera conversione". Per questo "inseriremo nella nostra Costituzione anche la protezione dell’ambiente, della biodiversità e la promozione dello sviluppo sostenibile”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, intervenendo ad Assisi per la celebrazioni per San Francesco, patrono d’Italia.

Per il premier "dobbiamo realizzare un Paese più giusto in cui ci siano asili nido gratuiti e si dia un senso ai principi di dignità della Costituzione, un Paese più giusto e anche un Paese in cui i contribuenti onesti pagano meno anche grazie ai proventi della lotta alla evasione fiscale. Un Paese in cui non si tagliano risorse alla scuola, alla cultura e alla sanità ma si cerca di Potenziare questi servizi". In particolare, "sulla scuola ho personalmente a cuore il problema dei nostri ragazzi con disabilità, li dobbiamo seguire con sempre maggior attenzione", ha chiosato il premier.

Piano anti-povertà per 50mila senzatetto - Facendo accenno all’istituzione del reddito di cittadinanza, Conte ha sottolineato che "non è la povertà a bussare alle porte del governo ma sono le istituzioni a intercettare e a contrastare sul campo la povertà". "L'anno scorso - ha ricordato - abbiamo varato il reddito di cittadinanza. Faremo ancora di più, affiancandoci l'Inps, abbiamo elaborato un progetto: andremo in sei città dove ci sono 50mila persone senza tetto che non usufruiscono del reddito di cittadinanza pur avendone diritto. Sono persone invisibili, le vogliamo rendere visibili aiutandole concretamente, ha detto.

Terremoto - Nei territori umbri colpiti dal sisma sulla ricostruzione “c’è troppa e intollerabile lentezza, dobbiamo imprimere una svolta”.
"Lavoriamo in silenzio ma per un cambiamento che deve fare rumore, che deve arrivare fino alle prossime generazioni". “Non siamo qui per guardarci allo specchio con spirito autoreferenziale -va avanti il presidente del Consiglio- ma siamo qui per vincere queste sfide e possiamo farlo solo con un patto tra chi produce e chi è in cerca di lavoro. Le nostre porte sono aperte alla fiducia e al coraggio”.

Cultura di pace - “Io quello che vi prometto è di essere umile e autentico strumento di pace e, nella mia azione di governo, farò di tutto perché possa contribuire a diffondere questa cultura, che relega via il gesto violento, che, seppur appare risolutivo, non è mai quello che assicura la ricomposizione di un conflitto”. “La pace -ha rimarcato- non è una definizione retorica e vuota, è un messaggio rivoluzionario come lo è stato quello di San Francesco. Sottende una visione del mondo, uno specifico atteggiamento”.

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