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Conte: "Martedì da Juncker con nostra proposta"

05 dicembre 2018 | 19.28
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(Adnkronos)
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"Vedrò Juncker martedì prossimo a Strasburgo. Sto lavorando alla nostra proposta, sono ottimista". Lo dice in un'intervista all'Adnkronos il premier Giuseppe Conte, spiegando di aver sentito il presidente della commissione Ue al telefono questo pomeriggio e anticipando che andrà all'appuntamento con la proposta del governo sulla manovra economica.

"A Juncker ho detto che stiamo facendo di conto - spiega il premier con un sorriso - dovremmo vederci la settimana prossima, martedì a Strasburgo. Non posso calcolare le percentuali di riuscita, sarebbe improprio", risponde a chi gli chiede una stima. "Se non fossi ottimista - prosegue - non mi sarei seduto nemmeno al tavolo, non sarei andato perché è chiaro che già erano stati compiuti i primi passi per avviare la procedura d'infrazione e tutto lasciava presagire il peggio. L'ottimismo è quello della determinazione, della passione di difendere le ragioni dell'Italia. Se fondato, lo vedremo alla fine. Io confido che sia fondato". "Sicuramente martedì ci confronteremo con Juncker con la proposta in mano, ora vedremo se anticiparla. Stiamo lavorando sugli ultimi dettagli" precisa Conte, aggiungendo che per evitare la procedura di infrazione "cercheremo di adottare qualche accorgimento per rafforzare il piano degli investimenti".

PIL - Quanto a Fitch, ha abbassato le stime di crescita del Pil italiano "perché non ha ancora visto la nostra proposta all'Europa, Fitch si ricrederà" dice il presidente del Consiglio nell'intervista all'Adnkronos. "E' chiaro - rileva - che la manovra che stiamo facendo deve tener conto del trend strutturale, quindi le misure che adottiamo dovranno proiettarsi anche nel 2020 e nel 2021. Anche perché per tenere i conti in ordine è necessario guardare al dato strutturale". Quindi l'asticella del rapporto deficit/Pil scenderà anche nel 2020 e 2021? "Certo, dobbiamo contenere il debito e anche il rapporto deficit/Pil 2020 e 2021".

ASSET - Riguardo invece all'ipotesi di cessione di asset fondamentali in mano al Tesoro per evitare la procedura d'infrazione della Ue, il premier assicura: "I gioielli di famiglia noi ce li teniamo stretti".

TRIA - Un passo indietro del ministro dell'Economia, Giovanni Tria? "Assolutamente no - replica il premier - non credo assolutamente che voglia dimettersi, non ce n'è motivo". A chi gli chiede se il fatto di non aver menzionato il responsabile di via XX Settembre nella nota di fiducia siglata da Di Maio e Salvini domenica scorsa sia stato letto come uno 'sgarbo istituzionale', "d'accordo anche con Tria - risponde Conte - il negoziato lo conduco io. Questo non significa che chi prepara e lavora ai conti, il ministro dell'Economia, sia stato esautorato. Tria non è stato né deve sentirsi esautorato. Io sono il presidente del Consiglio, ho la responsabilità di esprimere l'indirizzo politico ed economico del governo. Quindi è ovvio che con Juncker l'interlocutore sono io".

CONFINDUSTRIA - Sul botta e risposta tra il vicepremier Matteo Salvini e il mondo delle imprese, "tutto il governo sta lavorando a realizzare le riforme - sottolinea - Per il resto ci possono essere delle battute, battute che non ci distraggono dal lavoro che stiamo facendo: noi andiamo avanti... anche nell'interesse delle imprese del Paese". Quanto alle parole che il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha riservato allo stesso Conte, "con tutto il rispetto, sono io che conduco il negoziato - ribadisce - Ringrazio Boccia per i suggerimenti, ma credo di avere le idee chiare".

TAV - Poi la Tav. Il progetto "non è assolutamente" congelato, dice Conte, "è un progetto che va avanti da 20 anni, se ci concediamo qualche mese per compiere un'analisi costi-benefici e verificare, anche alla luce del tempo trascorso, tutti quelli che sono gli interessi in gioco, dunque valutare la sostenibilità, l'utilità dell'opera e quindi le ragioni che spingono o, al contrario, se ci sono ragioni ostative a realizzarla", su questo, "non ci possono muovere accuse". Sui tempi necessari, "lo abbiamo già comunicato - ricorda - entro fine dicembre avremo l'esito dei lavori della commissione istituita presso il ministero delle Infrastrutture, stiamo procedendo molto rapidamente anche in questo ambito. Poi ci sarà una condivisione dei risultati emersi con la Francia e tireremo le somme". Alla domanda se il responso sull'Alta velocità arriverà entro l'inizio del 2019, "dovremmo farcela", risponde secco Conte. Quanto all'ipotesi di un referendum per sondare la popolazione interessata dall'opera, "al momento non ci abbiamo pensato".

LEGITTIMA DIFESA - Riguardo al provvedimento sulla legittima difesa "tutelerà tutti perché comunque si tiene sempre conto, anche nella formulazione che sta venendo fuori dal percorso parlamentare, dell'esigenza di contemperare tutte le esigenze in gioco: le esigenze di difesa e le esigenza di tutela della vita umana" afferma il premier. Alla domanda se la difesa in casa propria sia sempre legittima, "è legittima a certe condizioni - replica - quelle che sono precisate e verranno precisate nelle norme che modificheranno la vecchia disciplina".

SALVINI-SPATARO - Conte torna anche sullo scontro di ieri tra il ministro dell'Interno e il procuratore capo a Torino, Armando Spataro, per un tweet su un blitz relativo all'inchiesta torinese sulla mafia nigeriana. Il premier dice che "ci sarà occasione di un chiarimento tra il ministro Salvini e il procuratore Spataro, hanno anche dei ruoli istituzionali".

PADRE DI LUIGI DI MAIO - Conte si dice "toccato" dalla videolettera del padre di Luigi Di Maio, pubblicata ieri su Facebook riguardo alla vicenda dell'azienda di proprietà tirata fuori dalle Iene: "Mi sono sentito molto solidale anche con il papà, non solo con Luigi, con cui chiaramente, lavorandoci accanto, ho una maggiore facilità a condividere un sentimento di solidarietà e a stargli vicino. Ho sentito molta vicinanza anche al papà, che si è sentito in dovere di commettere pubblicamente degli errori. Credo non sia stato facile per lui...".

LIBIA - "Domani vedrò Haftar, dopo la conferenza sulla Libia a Palermo è importante anche il seguito, è importante seguire la vicenda libica e tutti i passaggi successivi" all'appuntamento di Palermo. Sul processo di pace "io non demordo" afferma Conte. "L'Italia ha compiuto questo sforzo, anche organizzativo, di certo non perché fosse fine a se stesso - rimarca il premier ricordando la conferenza di Palermo - lo ha fatto perché fortemente motivata a dare un contributo al processo di stabilizzazione della Libia. Non avrebbe alcun senso interrompere il percorso intrapreso".

CASO REGENI - "In tutti gli incontri avuti con il Presidente Al Sisi, ho sempre perorato - costantemente - la causa della verità sull'omicidio Regeni e continuerò a perorarla, con tutti i mezzi a mia disposizione: su questo obiettivo il governo è assolutamente compatto" dice Conte, a poche ore dalla dichiarazione del presidente della Camera, Roberto Fico, che, dopo aver incontrato la famiglia del ricercatore friulano, ha chiesto all'Egitto di passare dalle parole ai fatti. "Sin dal primo momento che mi sono insediato, da subito - ricorda Conte - ho voluto incontrare la famiglia Regeni per esprimere la mia personale testimonianza di solidarietà, mia personale e del governo".

"MAI PENSATO A PASSO INDIETRO" - "Mai pensato a un passo indietro, mai. Ci sono stati sicuramente dei passaggi impegnativi - sottolinea - Diciamo che quando si ha una responsabilità di sintetizzare ed esprimere delle funzioni di indirizzo generale politico-economico di un governo ci sono tanti momenti, passaggi, in cui bisogna confrontarsi anche con momenti ardui. Ma non ho mai pensato di dimettermi, assolutamente no". "Momenti impegnativi ci sono stati - ribadisce - ma difficoltà insuperabili non ho mai dovuto affrontarle".

Con i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini "ho rapporti molto buoni: abbiamo un dialogo assolutamente schietto". E dalla torre "non butterei giù né l'uno né l'altro, altrimenti questo governo non durerebbe".

"Le mie passioni? Leggere e scrivere - confida - Di sport purtroppo ne faccio poco", prima di diventare presidente del Consiglio "giocavo a tennis, a calcio..." ma ora non c'è più tempo.

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