"Circa un mese fa abbiamo scritto una lettera congiunta, sottoscritta da Cgil, Cisl, Uil, Fials, Anfols e Agis, al ministro chiedendogli un incontro sui principali temi del settore, ma ancora non abbiamo avuto alcun riscontro", dice all'AdnKronos il coordinatore nazionale della Slc Cgil
"Circa un mese fa abbiamo scritto una lettera congiunta, sottoscritta da Cgil, Cisl, Uil, Fials Anfols e Agis, al ministro Franceschini chiedendogli un incontro sui principali temi del settore, ma ancora non abbiamo avuto alcun riscontro". Lo afferma all'Adnkronos il coordinatore nazionale della Slc Cgil, Silvano Conti.
Il sindacalista esprime "stupore per la mancata risposta del ministro. Anche perché alcuni punti che dovremmo discutere in questo incontro sono fondamentali per la sopravvivenza stessa del settore".
Tra questi vi è infatti "la richiesta dello spostamento di uno-due anni della data definita per l'equilibrio di bilancio delle fondazioni in sofferenza, fissata attualmente al 2016, che - avverte Conti - rischia di mandarne alcune in liquidazione coatta, come previsto dalla legge 112".
Conti si dice poi soddisfatto per le nomine di Cristiano Chiarot e Francesco Giambrone alle cariche rispettivamente di presidente e vicepresidente dell'Anfols: "Sono entrambe persone valide. Chiarot ha dimostrato sul campo di riuscire a fare produrre bene La Fenice di Venezia (della quale è sovrintendente, ndr), e Giambrone è la persona giusta come vicepresidente".
"Con l'Anfols - prosegue Conti - abbiamo un incontro lunedì prossimo e, già a partire dalla lettera a Franceschini, abbiamo avviato un percorso insieme. In ballo c'è anche il contratto nazionale, siglato un anno e mezzo fa, attualmente in validazione da ministero e Corte dei conti, del quale dovremmo anche discutere in questo auspicato incontro con il ministro".
"Ma quello che più ci preme sottoporre all'attenzione di Franceschini -sottolinea Conti- è la richiesta di una riforma di settore dello spettacolo dal vivo, ivi compresa l'arte musicale con le fondazioni liriche e i teatri di tradizione, partendo però dalla legge 800 del '67 che ha in sé i principi fondanti della regolamentazione dell'arte musicale.
"E, inutile dirlo -conclude il sindacalista della Slc Cgil- ricorderemo al ministro che servono più risorse per il settore perché l'arte musicale è fondamentale e i centri di produzione, che sono le fondazioni, i teatri e le orchestre, sono costituzionalmente protetti".