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Contrabbando 'bionde' su asse Napoli-Palermo, indagato: "Abbiamo fatto il record"

07 giugno 2022 | 17.30
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Blitz della Guardia di finanza nel capoluogo siciliano, 11 arresti e sequestri per oltre 2,5 mln di euro. Sigarette viaggiavano su auto a noleggio o bus. Generale Quintavalle: "Da fenomeno danno per erario di oltre 700 mln di euro".

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Le sigarette di contrabbando arrivavano a Palermo da Napoli a bordo di auto prese a noleggio o su pullman di linea dentro le valigie che i corrieri portavano con sé. Un escamotage per far fronte agli ultimi sequestri delle Fiamme gialle che, però, non è servito. I finanzieri del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito stamani 14 misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati, accusati di associazione a delinquere finalizzata al contrabbando di sigarette. Tre persone sono finite in carcere, otto ai domiciliari, mentre per altri tre è stato disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del capoluogo siciliano su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia. Nei confronti di sei degli indagati è scattato anche il sequestro di beni per un valore complessivo di oltre 2,5 milioni di euro.

Gli investigatori del Secondo nucleo operativo metropolitano del Gruppo di Palermo hanno documentato l'attività di una banda che aveva sede operativa a Brancaccio, ma che era riuscita a imporre il proprio monopolio in diversi quartieri cittadini. Un giro d'affari di oltre 2,5 milioni di euro. Sulla piazza napoletana, infatti, ogni stecca veniva acquistata a 21 euro, per poi essere rivenduta nel capoluogo siciliano all'ingrosso a 28 euro e al dettaglio a 35 euro. A capo dell'organizzazione un palermitano e il suo luogotenente, entrambi finiti in carcere, così come il fornitore partenopeo delle 'bionde' e punto di contatto con i broker stranieri.

Una volta giunte in città le sigarette venivano stoccate in tre magazzini affittati da alcuni prestanome in Corso dei Mille e a Settecannoli per poi essere vendute sui 'banchetti' allestiti nelle zone di Oreto-Stazione, Settecannoli, Borgo Vecchio, Brancaccio, Ballarò, Sperone e Zen. Nel corso delle indagini per cinque persone è scattato l'arresto in flagranza, per 20 la denuncia, mentre sono 530 i chili di tabacco lavorato estero sequestrati. "La forza intimidatoria degli associati - spiega il colonnello Andrea Canale, comandante del Gruppo Gdf Palermo - si manifestava anche attraverso minacce ed estorsioni a chiunque tentasse di immettersi nel mercato clandestino come competitor". Ad aprile del 2021 altre 15 persone erano state arrestate sempre per lo stesso reato. E il capo dell'organizzazione in diverse occasioni si era fatto carico di pagare le spese legali degli arrestati. "Ma hai capito che abbiamo battuto il record? Parola d'onore! vedi che arrivare a venti casse... ma perché ci basterebbero 200 in questo minuto?", si vantava uno degli indagati non sapendo di essere intercettato. Gli affari andavano a gonfie vele. "Mi fai una cortesia? Mi scrivi tutto il bigliettino, con tutto quello che ha, i prezzi... così noi ci organizziamo", chiedeva uno degli arrestati al complice che gli elencava la 'merce' disponibile.

"L’operazione di oggi dimostra che il contrabbando di sigarette è purtroppo ancora presente nel capoluogo, soprattutto nei quartieri di Brancaccio, Oreto, Zen e Montegrappa - dice il comandante provinciale della Guardia di finanza, generale Antonio Nicola Quintavalle Cecere -. Si tratta di un fenomeno illecito che lede in maniera significativa il bilancio dello Stato e dell’Unione europea. Basti pensare che, secondo le ultime stime dell'Olaf, il danno erariale a livello europeo si attesta intorno ai 10 miliardi di euro. Per le casse dello Stato si parla di una perdita di oltre 700 milioni". Il contrabbando di tabacchi è storicamente tra le priorità della Guardia di finanza, quale polizia economico-finanziaria. "L’azione di contrasto è costante e viene svolta dai reparti del Comando provinciale di Palermo - conclude Quintavalle - sia mediante il quotidiano controllo economico del territorio in città e lungo le principali arterie stradali, che con una penetrante azione investigativa tesa a individuare fornitori e grossisti come quella che ha portato agli arresti e sequestri eseguiti oggi". (di Rossana Lo Castro)

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