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Tumori: lotta a cancro seno sbarca sul web, al via campagna nazionale

26 giugno 2014 | 17.19
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Tumori: lotta a cancro seno sbarca sul web, al via campagna nazionale

(Adnkronos Salute) - La capillarità di un portale web ‘in rosa’ che viaggia al ritmo di oltre 4 milioni di utenti unici al mese, la sensibilità di un’associazione di volontariato, il contributo scientifico degli specialisti che ogni giorno si prendono cura delle donne. Sono gli ingredienti di una nuova campagna nazionale di informazione e sensibilizzazione sul tumore al seno, ‘Il futuro ha bisogno di tempo’, promossa da alfemminile.com e realizzata con il contributo incondizionato di Roche e la partecipazione di Salute Donna. Obiettivo: comunicare con parole semplici tutto quello che c’è da sapere sul ‘big killer’ responsabile di circa 11 mila morti solo nel 2013 e di circa 45 mila nuovi casi l’anno (sono oltre 400 mila le donne colpite solo in Italia) e sulle armi, sempre più ‘su misura’, per fronteggiarlo.

Perché il nemico non ha un’unica faccia, ma volti diversi. Non conosce geografia - si ammalano più donne al Nord, ma al Sud aderiscono meno agli screening ed è più difficile stanarlo - e non fa differenze d’età. Anzi l’incidenza nelle donne con meno di 45 anni è aumentata, ricordano gli esperti. Con la prevenzione e l’avvento di nuovi farmaci, il cancro al seno oggi fa meno paura (in Italia 9 pazienti su 10 sopravvivono a 5 anni dalla diagnosi) e il messaggio che la campagna lancerà è di speranza. A patto che le donne siano informate a 360 gradi e scendano in campo per presidiare attivamente la loro salute.

“Il tumore al seno nella sua crescita tende ad accumulare mutazioni. Ecco l’importanza della diagnosi precoce - spiega oggi a Milano alla presentazione della campagna Paolo Marchetti, responsabile dell’Oncologia medica del Sant’Andrea di Roma - E’ inaccettabile la differenza geografica riscontrata nei tassi di adesione agli screening. Il dato medio nazionale è del 75%, ma abbiamo punte del 90% al Nord e picchi negativi sotto il 40% al Sud. Quando la malattia irrompe nella vita di una donna, travolge anche la famiglia. E ci siamo resi conto che va tutelato anche questo aspetto”.

“Da ex malata di cancro - conferma Annamaria Mancuso, fondatrice di Salute Donna - sono convinta che le donne che affrontano la malattia vanno aiutate sotto tutti i punti di vista. Il cancro complica la vita quotidiana e il rapporto con il partner. Si ammala tutta la famiglia e anche i figli devono fare i conti con il dolore del genitore, punto di riferimento per la crescita, e affrontare la paura che possa mancare”. Il web “è una risorsa ma anche un’insidia che può portare su strade pericolose. Per questo servono iniziative serie che diano informazioni con un supporto scientifico. E’ il passo avanti che stiamo facendo”.

Il portale alfemminile.com per tutta la durata della campagna dedicherà contenuti speciali, anche video, al tumore al seno con il coinvolgimento di esperti e testimonianze di chi ha già affrontato il percorso di cura. “Per raggiungere il maggior numero possibile di donne non resteremo solo sul web - assicura Simona Zanette, Ad di alfemminile.com - Organizzeremo un tour di conferenze stampa in diverse regioni, dal Veneto alla Sicilia, e il progetto terminerà a gennaio con un talk show al Teatro Franco Parenti di Milano. Lanceremo una survey per capire qual è il livello di informazione e la ripeteremo a fine campagna per capire se siamo riusciti ad accrescerlo”.

Oggi, sottolinea Marchetti, “le guarigioni sono in aumento grazie alla diagnosi precoce e a nuove terapie sempre più efficaci che permettono di trattare anche le forme più aggressive, come i tumori Her2-positivi (circa 1 caso su 5 di carcinoma mammario), tra quelli a prognosi più negativa. Negli ultimi 30 anni, con l’identificazione del gene Her, la ricerca ha portato a disposizione degli oncologi terapie personalizzate come trastuzumab, trastuzumab emtansine o pertuzumab”, farmaco quest’ultimo per il quale l’Aifa, con pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ha appena determinato la riclassificazione in fascia H, indicando la completa rimborsabilità della molecola da parte del Ssn (l’uso è in strutture ospedaliere identificate dalle Regioni). Queste terapie, conclude lo specialista, “hanno cambiato la storia naturale della malattia riducendo, ad esempio nel caso di pertuzumab, al 34% il rischio di morte a 3 anni per le forme metastatiche. Risultato fino a pochi anni fa impensabile”.

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