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Coop: Alleanza, crescono occupazione e fatturato ma frena debito Pa

28 giugno 2017 | 11.49
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Maurizio Gardini nel corso del suo intervento (Twitter)
Maurizio Gardini nel corso del suo intervento (Twitter)

Cresce l’occupazione, aumenta leggermente il fatturato, ma anche per la cooperazione la ripresa ha 'il freno a mano tirato'. A pesare sulle imprese mutualistiche è una domanda interna che continua a scendere, mentre non si registrano miglioramenti per i tempi di pagamento della Pa e diminuisce quasi di 10 punti la quota di cooperative che hanno ottenuto dalle banche il credito richiesto. E' questo il quadro tracciato dall’undicesima indagine congiunturale quadrimestrale prodotta dai Centri studi dell’Alleanza delle Cooperative Italiane su un campione significativo di imprese aderenti ad Agci, Confcooperative e Legacoop e diffusa in occasione della Giornata Internazionale delle Cooperative.

Riguardo la stagnazione della domanda, l'indagine rileva che sette cooperative su 10 non hanno registrato novità sul fronte della dinamica della domanda. Per 2 su 10 c’è stato un calo e solo per l’11% un incremento. A livello settoriale, i giudizi positivi prevalgono su quelli negativi, sebbene in misura contenuta, nell’agroalimentare e nella cooperazione sociale. Ad appesantire in particolare l’andamento è la domanda interna, in aumento solo per il 7%, contro il 17% registrato per la domanda estera. Per 9 su 10 i prezzi di vendita sono rimasti invariati mentre solo il 5% è riuscito ad aumentarli.

Nel complesso, evidenzia l'indagine del Centri studi dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, 1 cooperativa su 4 ha segnalato una contrazione dei ricavi, a fronte, di un altro quarto che ha dichiarato, invece, un aumento del fatturato. Il 50% delle imprese ha registrato, infine, una sostanziale stazionarietà. Una cooperativa su 2 ha giudicato buona la liquidità della propria cooperativa, per il 44% è mediocre mentre scende al 7% (era all’11% nella rilevazione precedente) la quota di chi ha espresso un giudizio totalmente negativo.

Nel primo quadrimestre, inoltre, il fatturato si muove e la liquidità migliora. Nel complesso, 1 cooperativa su 4 ha segnalato una contrazione dei ricavi, a fronte, di un altro quarto che ha dichiarato, invece, un aumento del fatturato. Il 50% delle imprese ha registrato, infine, una sostanziale stazionarietà. Una cooperativa su 2 ha giudicato buona la liquidità della propria cooperativa, per il 44% è mediocre mentre scende al 7% (era all’11% nella rilevazione precedente) la quota di chi ha espresso un giudizio totalmente negativo. Rimangono però tempi ancora lunghi sui debiti con la Pa e le banche stringono i cordoni. Rispetto ai tempi medi di pagamento della Pa, l'indagine sottolinea che 8 su 10 non hanno registrato variazioni. Rispetto al quadrimestre precedente solo il 6% ha rilevato un miglioramento mentre per il 13% i tempi si sono allungati.

Sul fronte del credito nei primi quattro mesi, l'indagine dell'Alleanza delle Cooperative segnala un irrigidimento dei criteri di concessione: 8 coop su 10 hanno ottenuto l’importo richiesto (negli ultimi quattro mesi dell’anno precedente erano l’86%). Al 9% delle cooperative è stato, invece, accordato un importo inferiore a quello richiesto, mentre il 14% si è visto rifiutare la domanda.

In ripresa invece è l'occupazione e il posizionamento è competitivo. Secondo lo studio, il 75% dei cooperatori è riuscito a mantenere stabili i livelli occupazionali nei primi quattro mesi dell’anno, il 15% ha espresso indicazioni di aumento e solo il 10% di peggioramento. Saldo positivo, dunque "grazie soprattutto alla buona performance registrata dalla cooperazione sociale e, in parte, anche nei servizi" afferma l'indagine. Qualche timido segnale di miglioramento per quel che concerne il posizionamento competitivo nel mercato di riferimento, con l’11% che lo giudica migliorato e solo il 9% peggiorato.

A frenare la ripresa è l’insufficienza della domanda (64%). A seguire, tra gli altri fattori negativi, si segnala l’inadeguatezza degli impianti (18%), l’eccesso di burocrazia unita alle tasse e alla corruzione (16%), la difficoltà di reperire manodopera qualificata (10%), la scarsa liquidità ed il ritardo dei pagamenti, amplificati dalle difficoltà di accesso al credito (9%), la riduzione delle risorse e dei fondi dalla Pubblica Amministrazione (9%), la concorrenza sleale, le offerte al massimo ribasso e la cooperazione spuria (7%). Ma non manca qualche segnale di ottimismo per i prossimi mesi. Sebbene 7 cooperative su 10 non prevedano variazioni significative della domanda e degli ordini a breve termine, l'indagine di dell'Alleanza delle Cooperative rileva che le attese favorevoli (25%) prevalgono su quelle di contrazione (9%). Il recupero atteso della domanda trova riflesso in aspettative positive sul giro d’affari: 1 cooperativa su 3 attende una crescita del fatturato, solo il 12% una contrazione.

Si consolidano anche le attese di una risalita, seppure debole, dell’occupazione: il 15% dei cooperatori ha espresso indicazioni di aumento della manodopera occupata, mentre il 7% prevede una contrazione. Previsioni positive anche per gli investimenti, in crescita per il 30% e in flessione per il 9%.

Rispetto alla rilevazione di inizio anno, il sentiment dei cooperatori sul Sistema Paese si mantiene invece sostanzialmente stabile.
La maggioranza assoluta degli intervistati, il 77%, prevede un andamento stazionario dell’economia italiana. Gli ottimisti si attestano al 10% (erano l’11% nel mese di gennaio). I pessimisti si attestano, invece, al 12% (erano il 17% nel mese di gennaio).

Anche nel periodo di crisi le Cooperative italiane hanno creato posti di lavoro assicurando impiego a centinaia di migliaia di persone. A segnalarlo è stato Maurizio Gardini, presidente dell’Alleanza Cooperative. "Un paese dove 12,2 milioni di persone rinunciano a curarsi, 4,5 milioni vivono in povertà assoluta e la disoccupazione giovanile oscilla sulla soglia del 40% è un paese che ha bisogno di cooperazione" ha sottolineato Gardini. "Le cooperative, tra posti di lavoro creati e salvati, chiudono gli anni della crisi con un saldo positivo del 6,1%, pari a oltre 100.000 persone occupate dall’inizio della crisi a oggi. Nessuno ha fatto meglio" ha scandito il numero uno dell’Alleanza delle Cooperative.

"A oltre 160 anni dalla loro nascita le cooperative, sopravvissute, anche allo scioglimento imposto durante il ventennio fascista, sono una formula imprenditoriale attuale e insostituibile per la loro capacità di intercettare bisogni e offrire risposte: nel welfare, nella sanità, nel credito, nei servizi, nell’agroalimentare, nel consumo, nella vendita al dettaglio, nell’abitazione" ha segnalato ancora. "Nel nostro paese -ha riferito Gardini- danno lavoro a 1,3 milioni di persone, in Europa a 5,4 milioni, nel mondo a oltre 250 milioni". Le Cooperative in Italia "sono sussidiarie al pubblico, arrivano dove lo Stato si ritira e il privato neanche si cimenta per la scarsa redditività". "Con le cooperative di comunità", queste imprese, ha proseguito Gardini, "ridanno vita a centri marginali dell’Appennino che sarebbero condannati allo spopolamento".

E, ha riferito ancora, "con i workers buy out sono oltre 14.000 i dipendenti che hanno rilevato le loro ex aziende per trasformarle in cooperative, con un costo medio di 13.000 euro per lavoratore". Un caso, ha osservato Gardini, "unico nelle politiche del lavoro che spesso costano tanto alla collettività, ma, vedi la cassa integrazione, non producono ritorni benefici in termini di produttività, di occupazione, di gettito fiscale e previdenziale".

Gardini ha quindi scandito che "in questa fase diffondere la legalità diventa l’impegno prioritario della cooperazione, con la lotta alle false cooperative e una maggiore trasparenza negli appalti, perché le vicende giudiziarie che hanno interessato meno dell’1/1000 delle cooperative sono un inaccettabile sfregio a un intero settore che con l’8% del Pil contribuisce, in modo determinante, alla vita economica e sociale del Paese". Sarà "altrettanto prioritario", ha detto ancora, "un nuovo protagonismo nella gestione dei beni confiscati alla mafia che rappresenta una via per un maggiore impegno insieme allo Stato per combattere la criminalità organizzata".

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