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Coprifuoco, governatori insistono: "Allungare alle 23"

21 aprile 2021 | 11.30
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Fedriga tiene il punto sulla richiesta al governo in vista delle riaperture del 26 aprile. Cosa vogliono i governatori. Irritazione Cts: "Mai espressi sul tema, decisione è politica"

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Il coprifuoco alle 23 in Italia in vista delle riaperture del 26 aprile? Niente da fare, per ora "resta alle 22". Questa l'indicazione del ministro Roberto Speranza, ieri nel corso dell'incontro con le Regioni. Ma la decisione del governo - come ha spiegato stamane il ministro Mariastella Gelmini arriva dopo aver ascoltato sul tema "il Cts e perché questo ritorno a regole normali deve essere graduale per evitare impennate del virus" - non piace a tutti i governatori, che sperano in un cambio di passo già oggi in Cdm, dove in discussione sarà il nuovo decreto Covid.

In particolare, dopo la richiesta di ieri al governo di posticipare l'orario del coprifuoco almeno alle 23, è il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga a insistere. "C'è un'interlocuzione con il governo, la Conferenza delle Regioni propone di ampliare il coprifuoco di un'ora così da permettere alle attività di avere un minimo di respiro", ha spiegato oggi a 'Radio Capital'. E rilancia: "Le Regioni hanno elaborato linee guida anche per attività al chiuso. Speriamo di ripartire con la ristorazione al chiuso prima dell'1 giugno. Poi su questo decide il governo".

"Noi come Regioni abbiamo fatto delle linee guida, proposte al governo, che andavano nella direzione della riapertura dei ristoranti sia nelle ore di pranzo che di cena, con la previsione di aprire i ristoranti anche in zona rossa aumentando il distanziamento. Io spero che Draghi cambi idea sul coprifuoco. E' vero che non dobbiamo abbassare la guardia, ma non è il coprifuoco a risolvere la situazione", ha poi spiegato il leghista Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, intervistato a 'L'aria che tira' su La7.

Per il nuovo limite del coprifuoco "io sono per le 23", ha detto il presidente della Toscana, Eugenio Giani, intervenendo a 'Radio anch'io' su Radio1. "Nella logica per cui questi provvedimenti valgono fino al 31 luglio la possibilità di arrivare fino alle 23 per le nostre città d'arte, di turismo, non fa la differenza, però dà un senso di vita della città che noi dobbiamo auspicare", ha aggiunto Giani.

"Io metterei il coprifuoco alle 23 ma sono dettagli, si è trovato un buon compromesso che potrebbe essere migliorato già oggi", le parole di Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, intervenendo a SkyTg 24 Buongiorno sul decreto 'Riaperture'.

Anche la Regione Sardegna, con l’assessore della Sanità Mario Nieddu, si è espressa in Conferenza delle Regioni perché il coprifuoco sia spostato oltre le 22. "L’orario non può coincidere con quello di chiusura dei ristoranti - ha detto l’esponente della Giunta Solinas -. Il coprifuoco fissato alle 22 costringerebbe le persone ad abbandonare i locali in largo anticipo e i ristoratori avrebbero tempi strettissimi per il servizio. L’aumento dei casi in Sardegna durante la zona bianca, periodo in cui abbiamo spostato in avanti l’orario del coprifuoco, non è sicuramente imputabile alle attività di ristorazione. Dobbiamo ripartire in sicurezza, ma dobbiamo farlo con criterio".

Intanto, però, precisa il ministro Stefano Patuanelli parlando del Cdm di oggi a Rai News 24, "non ci sarà la discussione sul coprifuoco ". In ogni caso, ha aggiunto, sarebbe sbagliato discutere se alle 22 o alle 23 perché sulle aperture "ora c'è processo graduale, un percorso con date e tappe che vanno affrontate in questo modo mentre prosegue il piano vaccinale".

Fonti Cts: "Coprifuoco? Decisione politica, noi mai espressi"

Il Comitato tecnico scientifico "non si è mai espresso sul coprifuoco, è un tema che non è stato mai affrontato". Secondo quanto si apprende da fonti del Cts, le dichiarazione di diversi esponenti politici - fra cui il ministro Maristella Gelmini - che hanno attribuito al Cts la decisione di non spostare il coprifuoco alle 23 ha irritato i membri del comitato che invece sottolineano che si tratta di una decisione totalmente politica.

Cosa chiedono le regioni

A mettere nero su bianco le richieste delle regioni al governo era stato il governatore della Liguria Giovanni Toti su Facebook. "Posticipare il coprifuoco almeno fino alle 23, altrimenti sarà inutile aprire i ristoranti la sera. Consentire di pranzare e cenare anche al chiuso, con le regole già previste per le zone gialle", elencava in vista del prossimo decreto.

Tra le ipotesi, anche quella di "aumentare la didattica in presenza anche per le scuole secondarie, ma compatibilmente al sistema dei trasporti pubblici - scriveva Toti -. Non ci sono autobus da comprare sul mercato, anche se il Governo stanziasse i fondi. Dare la possibilità alle palestre di svolgere attività individuali".

E ancora: "Approvare al più presto le linee guida e le possibili date di ripartenza per fiere, congressi ed eventi come matrimoni e altre celebrazioni - concludeva Toti - suggerimenti di buonsenso e compatibili, a nostro avviso, con la situazione del Covid. Speriamo vengano accolte". Ma per il coprifuoco, almeno per ora, nulla di fatto.

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